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Corte dei conti azzerata


<p>Severo Bruno</p>

Severo Bruno

Il Procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, ha scritto al presidente Napolitano una allarmata lettera in cui denuncia le gravissime limitazioni dell’esercizio dell’azione contabile introdotte nel decreto anticrisi con un emendamento di tal Maurizio Bernardo del Pdl.


L’altro ieri sono stati ricevuti al Quirinale il presidente e l’intero comitato di presidenza della Corte, i quali hanno espresso di persona le preoccupazioni e l’allarme per le conseguenze che quell’emendamento, qualora il decreto fosse approvato anche al Senato, potrebbe produrre nella attività della Corte anche per i casi in corso.

Si tratta in realtà di un vero e proprio blitz, come ha commentato Donatella Ferrante, capogruppo del Pd in commissione giustizia della Camera, la quale ha espresso anche il timore che esso preluda ad analoghi colpi di mano nella prossima discussione sulla riforma del processo penale.

Secondo il testo del decreto, approvato per il momento solo dalla Camera e che dovrà passare al vaglio del Senato, la Corte dei Conti non potrà svolgere indagini se non a fronte di “specifica e precisa notizia di danno, qualora sia cagionato per dolo o colpa grave”.

Dal testo nascono delicati problemi in ordine alla individuazione dell’illecito, cioè quale altro organo potrà distinguere tra colpa e dolo e potrà così rendere o meno procedibile l’inchiesta, o potrà svolgere quelle indagini che saranno invece precluse alla Corte dei conti, o potrà concludere sulla esistenza del danno anche senza competenza processuale sull’argomento.

Altri gravi problemi comporta l’altra disposizione approvata, per cui “…qualunque atto istruttorio processuale posto in essere in violiazione di queste disposizioni alla data di entrata in vigore della legge, è nullo e la relativa nullità può essere fatta valere in ogni momento”…, che è come dire che tutti i procedimenti in corso saranno azzerati, sempre che la retroattività di una norma processuale sia considerata corretta.

E tutto questo avviene proprio mentre imperversano corruzione e sperpero di denaro pubblico, come ha notato il Procuratore generale della Corte.

Che sia un caso?

Infine, poche considerazioni sul decreto “anticrisi” che contiene a sproposito norme processuali del procedimento contabile e che è stato approvato con un voto di fiducia.

Quelle norme processuali in un contesto del tutto estraneo, “anticrisi” appunto, lasciano sospettare un intento mistificatorio, o un tentativo di far passare sotto silenzio una novità processuale così significativa.

Il decreto, inoltre, è stato approvato grazie al voto di fiducia richiesto ed imposto dal governo, per cui è stato impedito al Parlamento ancora una volta di esercitare a pieno la sua funzione, che è quella di esaminare ed approfondire il testo della legge da approvare, di discuterla e valutarla, senza l’obbligo di restringere il dibattito ad un voto sulla governabilità del Paese.

Ecco perché un decreto “anticrisi”, si è potuto trasformare in un decreto “liberi tutti”.
Severo Bruno