Sono iniziati oggi in Iraq i processi per i dissidenti che avevano scatenato forti proteste subito dopo le elezioni presidenziali.
Dopo il voto del 12 giugno scorso infatti, i leader delle opposizioni Mirhossein Mousavi e Mehdi Karoub, sconfitti da Mahmoud Ahmadinejad, aveva accusato il governo di brogli facendo scendere in piazza migliaia di persone, mettendo in evidenza la spaccatura che esiste nel paese tra chi governa e il popolo.
L’agenzia di stampa Fars fa alcuni nomi sugli imputati: l’ex vice-presidente Mohammad Ali Abtahi, l’ex vice ministro degli Esteri Mohsen Aminzadeh, l’ex portavoce del governo Abdollah Ramazanzadeh, l’ex parlamentare Mohsen Mirdamadi e l’ex ministro dell’Industria Behzad Nabavi.
Alcuni media locali poi hanno riportato che alcuni detenuti avrebbero agito contro la sicurezza nazionale.
Quest’accusa, usata spesso contro i dissidenti politici, è punibile con la pensa di morte.