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Spazio -La Nasa conferma, ma parte del merito della scoperta va all'India

C’è acqua sulla Luna

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La Nasa non ha più dubbi: sulla Luna c’è l’acqua.

Le molecole d’acqua sono state rilevate da strumenti scientifici nella zona polare del satellite terrestre e sono convinti che possano esserci tracce anche ben più abbondanti di quelle scoperte fino ad oggi.

In una videoconferenza dal centro di Pasadena, in California, gli scienziati della Nasa hanno precisato che le molecole rilevate sono sia di H2o, sia di Hidroxyl, una molecola che consiste in un atomo di idrogeno e in uno di ossigeno, rilevata in zone del suolo lunare.

A rilevarle è stato M3, uno strumento che deriva il suo nome dalle tre M che accompagnano la sua definizione, Moon Mineralogy Mapper.

M3 fu portato nello spazio il 22 ottobre dello scorso anno, a bordo di una navetta spaziale indiana.
I dati da esso raccolti sono stati poi incrociati con quelli ottenuti da altre sonda, come l’italiana Cassini, e hanno contribuito a verificare l’attendibilità scientifica della scoperta.

Gli spettrometri impiegati per questa ricerca hanno permesso di definire nel dettaglio la mappa lunare come mai avvenuto in precedenza. È la conferma che un’elevata quantità di molecole di acqua e di hydroxyl sono presenti in entrambe le regioni polari della Luna, ed ora la domanda a cui gli scienziati cercano di dare una risposta è questa: come si sono formate?

“Trovare acqua ghiacciata sulla Luna per uno scienziato che studia la Luna è qualcosa di paragonabile alla scoperta del Sacro Graal – ha commentato Jim Green, direttore della Planetary Science Division presso il quartier generale della Nasa a Washington – Questa scoperta tanto sorprendete è stata resa possibile della perserveranza e dalla cooperazione tra scienziati a livello internazionale tra la Nasa e l’India Space Research Organization”.

L’M3 Team della Nasa, la squadra di scienziati dedicati ad analizzare i dati trasmessi dall’M3, ha verificato la presenza di molecole d’acqua e di hidroxy in diverse regioni lunari, ma la presenza d’acqua appare molto più concentrata alle latitutini più alte, tanto più che ci si avvicina ai Poli.

Una scoperta analoga era stata fatta grazie a Cassini nel 1999, ma le scoperte allora non vennero pubblicate. In questo caso, invece, la scoperta ha la credibilità scientifica di ciò che viene pubblicato sulla rivista Science.

“I dati ottenuti dagli strumenti di Cassini e quelli ottenuti da M3 sono sostanzialmente identici – ha commentato Roger Clarck, un geologo americano che ha lavorato tanto nella squadra dedicata a Cassini quanto in quella dedicata a M3 -. In entrambi i casi possiamo notare la presenza d’acqua e di hidroxyl.

Le quantità sono variabili. Ma, in prospettiva, si può fare questo paragone: se raccogliessimo una tonnellata del suolo lunare di superficie potremmo ottenere circa 55 litri d’acqua”.

25 settembre, 2009 - 12.11