“E’ colpa della mafia”
Dopo la sentenza sul maxi-risarcimento da 750 milioni dovuti dalla Fininvest alla Cir di De Benedetti, e in vista della sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, i ministri Bondi e La Russa puntano il dito contro chi sta attaccando il governo per farlo cadere e propongono una grande manifestazione di piazza di sostengo al premier.
La Lega invece pensa al voto anticipato: “Macché cortei – afferma al Corriere della Sera il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli – si torni a votare”. Sarebbe un modo per dare una lezione ai “viscidoni” che anche all’interno del governo mantengono ambigue connivenze con i poteri forti”.
Bossi da parte sua non crede nell’ipotesi di un ritorno alle urne, ma assicura che in ogni caso la Lega è pronta. Alla domanda se ci sia un complotto contro Berlusconi, il ministro per le Riforme replica: “È un problema di mafia. Abbiamo fatto leggi fortissime contro la mafia, quindi il rischio era che se la pigliassero con Berlusconi. Le prostitute le muove la mafia”.
Alla questione dedica ampio spazio anche il “Giornale” di Vittorio Feltri. La foto è di un premier pensieroso, di umore cupo. Il titolo è ancora più eloquente: “Questo è un golpe. Difendiamoci”. L’editoriale del direttore detta la linea: “Berlusconi è stato attaccato al portafogli affinché capisca con le cattive ciò che non ha afferrato con le buone: deve abbandonare la politica”.
Anche l’Udc intanto riflette sul voto. E non si preoccupa affatto. “Che la maggioranza, invece di governare, perda tempo ad organizzare manifestazioni, equivale ad una dichiarazione di impotenza politica – scrive in una nota Lorenzo Cesa. – Questo nervosismo dei coordinatori del Pdl ed in generale della maggioranza rischia di segnare la fine della legislatura, il che all’Udc non dispiace”.
Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, risponde a stretto giro di posta: “È necessario che gli italiani siano messi nella condizione di vigilare contro il tentativo, ora più che mai evidente, di rovesciare il responso delle urne attraverso torbide operazioni di salotto, di tribunale e di Palazzo. Silvio Berlusconi, il governo e il Pdl hanno un rapporto saldo con i cittadini: e una larghissima maggioranza di elettori non consentirà che il proprio voto sia umiliato e sovvertito”.