- Corriere2000 - https://www.corriere2000.it -

Hasan nel mirino dell’Fbi

<p> Barak Obama</p>

Barak Obama

Nidal Malik Hasan, l’autore della strage di Fort Hood, costata la vita a tredici persone, era tenuto sotto controllo dall’Fbi da almeno sei mesi. Gli agenti federali, rivela il Telegraph, lo sospettavano di essere l’autore di alcuni messaggi su Internet in cui si parlava dei kamikaze islamici come di veri e propri “eroi”.

Sul sito Scribd, riportano fonti dell’Fbi, una persona che si firmava Nidal Hasan aveva scritto svariati commenti sui kamikaze.

In quei post si parlava dei suicidi islamici come di eroi impegnati in una battaglia per la difesa dell’Islam. “Se un attentatore suicida riesce sacrificandosi a uccidere cento soldati stranieri questa è una vittoria strategica”.

Il killer è ancora in stato di coma. Il maggiore dell’esercito è in gravi condizioni, ma secondo i medici non sarebbe in pericolo di vita. L’uomo, di origini giordane, avrebbe dovuto partire per l’Afghanistan in questi giorni per il suo primo impiego al fronte, in una guerra che contestava apertamente da anni.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha parlato del lutto di tutto il paese e ha ordinato di abbassare le bandiere a mezz’asta, invitando a non saltare a conclusioni affrettate. A circa 24 ore dalla sparatoria, ancora non è chiaro il movente che ha scatenato la strage. La motivazione religiosa non è del tutto esclusa, sebbene le autorità proseguano sulla pista del forte stress del soldato, che per anni aveva chiesto insistentemente di essere congedato, offrendosi anche di rimborsare l’esercito per la formazione medica ricevuta.

L’uomo è infatti uno psichiatra che si occupa da anni dei disturbi mentali dei reduci di guerra. Hasan, nato in Virginia ma di origini giordane, è un osservante musulmano, abituato a pregare tutti i giorni dopo il lavoro. Le associazioni islamiche in America hanno immediatamente condannato il gesto mentre un video in suo onore è stato pubblicato su un sito jihadista mediorientale, che rientra tra quelli monitorati dall’antiterrorismo. Nel frattempo anche la famiglia di Hasan ha preso le distanze dal gesto definendolo “vile e deplorevole”.