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Aumenti vanno dallo 0,7 al 15,83 per cento -Proteste dalle associazioni di consumatori

Autostrade più care nel 2010

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Le autostrade rincarano, i consumatori protestano. Sarà un 2010 salato per chi viaggia su gomma. Dal primo gennaio, infatti, scattano gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio.

Gli aumenti ammontano al 2,40% per Autostrade per l’Italia, la concessionaria (gruppo Atlantia) che gestisce la principale rete autostradale italiana.
Ecco gli altri aumenti previsti: Ativa 6,23%; Autostrada del Brennero 1,60%; Brescia-Padova 6,56%; Centropadane 0,74%; CISA 1,76%; Fiori S.p.A. 1,15%; Milano Serravalle Milano Tangenziali 1,41%; Tangenziale di Napoli 2,17%; Rav 0,94%; Salt 1,50%; Sat 2,11%; Autostrade Meridionali 1,43%; Satap tronco A4 (Novara Est-Milano 15,83%; Torino-Novara Est 15,29%); Satap tronco A21 9,70%; Sav (Autostrada 1,36%; Raccordo Gran S. Bernardo 1,04%); Sitaf 2,35%; Torino-Savona 1,47%.

Non vi saranno incrementi tariffari per il consorzio per le Autostrade Siciliane (Messina-Catania e Messina-Palermo), per Autovie Venete S.p.A. e per Asti-Cuneo. Le tariffe di pedaggio della società Cav sono state ridotte, rispettivamente, del 1% per l’A4 Venezia-Padova tangenziale ovest di Mestre e raccordo con aeroporto Marco Polo, e del 1,18% per il Passante di Mestre.

Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e giudicano i rincari annunciati come “l’ennesimo via libera del governo ad aumenti del tutto ingiustificati, che vanno ad aggiungersi a quelli scattati nel maggio scorso, e che contribuiranno ad aggravare ulteriormente le condizioni delle famiglie già duramente provate da una terribile annata all’insegna della crisi”.

Secondo Dario Balotta, esperto trasporti di Legambiente Lombardia «i gestori autostradali sono stati i più preveggenti ed hanno imposto al Governo la loro rendita di posizione; essi hanno già abbondantemente ripagato gli investimenti della rete più vecchia d’Europa ed ora continuano a realizzare consistenti extra-profitti senza aver alcun vincolo di tutela dell’ambiente e di miglioramento del servizio che non sia la costruzione di nuove autostrade che in modo surrettizio servono a giustificare gli aumenti dei pedaggi».

30 dicembre, 2009 - 20.05