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Corruzione, l’imprenditore Moscaroli in manette

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Alfredo Moscaroli

Asl, tre arresti. In manette il noto imprenditore Alfredo Moscaroli della Isa.
Alle 7 di questa mattina, i carabinieri della compagnia di Viterbo e la sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di Ferdinando Selvaggini, 51enne già responsabile del Ced della Asl di Viterbo; Massimo Ceccarelli, 50enne, già delegato per la zona di Viterbo della Telbios Spa, società partecipata dalla Telecom Italia Spa; Alfredo Moscaroli, presidente del consiglio d’amministrazione della società Isa del settore forniture e servizi informatici.

I reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Viterbo, sono corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri del proprio ufficio.

Secondo gli inquirenti, Selvaggini sarebbe venuto meno ai suoi doveri di imparzialità e fedeltà verso la pubblica amministrazione, ricevendo ricompense sotto forma di tangenti per atti contrari ai propri doveri d’ufficio.

In particolare, l’ex responsabile del Ced della Asl, è accusato di aver assicurato alla Isa, società dell’imprenditore Alfredo Moscaroli, l’affidamento, a procedura negoziata, di molti appalti di fornitura e servizi nel settore informatico.

La tangente a Selvaggini, a detta degli investigatori, sarebbe stata formalmente corrisposta da parte della Isa attraverso un incarico di consulenza conferito alla moglie del responsabile del Ced della Asl.

La donna, insegnante di disegno tecnico, avrebbe percepito per la consulenza 165mila euro dal 2004 al 2007.

Quanto a Ceccarelli, il delegato della Telbios Spa è accusato di essere l’intermediario tra Selvaggini e Moscaroli e di essere il collettore delle tangenti per conto del pubblico ufficiale.

Per questa sua attività di mediazione, la modalità di incasso della tangente era sempre la stessa: una consulenza affidata dalla Isa alla moglie per 60mila euro (cinquemila euro mensili).

E’ stato lo stesso Ceccarelli ad ammettere che la donna non aveva nessuna competenza in materia e che la somme erano destinate a lui stesso per una sua non meglio definita opera professionale.

Selvaggini e Ceccarelli erano già stati arrestati nel luglio di quest’anno perché sorpresi a farsi dare una tangente da 15mila euro da Michele Di Mario, socio della Lte Srl, per orientare la scelta della pubblica amministrazione sulla Lte che doveva subentrare alla Elecom.

Quest’ultima, non avrebbe mantenuto fede a un rapporto di natura corruttiva, non avendo versato tangenti per circa 57mila euro.

I vantaggi tratti dalla Isa, solo per quanto riguarda alcuni contratti di manutenzione, ammonterebbero a circa 900mila euro, che potevano lievitare grazie a fatturazioni maggiorate per importi superiori a quelli reali.

Moscaroli, Ceccarelli e Selvaggini sono stati portati a Mammagialla a disposizione dell’autorità giudiziaria.