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Fioroni bacchetta Sposetti e Bindi

Giuseppe Fioroni

Giuseppe Fioroni

“Si può fare a meno di uno 0,4 per cento di voti, ma non si può rinunciare alla credibilità dell’elettorato”.
Giuseppe Fioroni, in vista delle elezioni, fa il punto nel Pd di fronte a una cinquantina di persone che sono intervenute, ieri sera, al Balletti Park hotel di San Martino al Cimino per i tradizionali auguri di Natale.

Fioroni in fatto di alleanze non ha dubbi. Poco importano le apparenti e spesso inefficaci sommatorie. L’unica cosa che conta è la credibilità di fronte agli elettori. L’obiettivo del Pd, per lui, è quello di creare un’alternativa di governo nazionale che sia valida.

“In questi ultimi giorni – esordisce Fioroni – si è sentito molto parlare di nuove alleanze e di voto anticipato. Progetti che sono andati in fumo dopo ciò accaduto al presidente Berlusconi. In merito a questo episodio, ha fatto bene il nostro segretario Bersani a dissociarsi da alcune affermazioni.

Mi riferisco alla Bindi – spiega l’ex ministro -. Non si può dire che chi prende una bastonata non deve fare la vittima. Chi subisce un gesto del genere è sempre una vittima. Sono dichiarazioni come queste, o come quelle di Di Pietro, a renderci insopportabili all’opinione pubblica. Dobbiamo impedire che questo accada.

Dobbiamo creare un partito che sia un’efficace alternativa al governo – continua Fioroni – e non portare avanti una lotta contro un solo nemico. Allo stesso tempo, non possiamo dipendere dagli altri e non ci possiamo affidare agli umori di Di Pietro o a quelli di Casini. Specie quest’ultimo che dice una volta di stare di qua e un’altra di là. Così non si va da nessuna parte”.

La soluzione di Fioroni è semplice: riformismo politico e istituzionale.

“Oggi le riforme non sono viste di buon occhio – afferma -. Penso a Violante, che ha proposto riforme per il senato delle Regioni e per il Parlamento. Ma questi argomenti, a chi interessano? I cittadini vogliono riforme sociali, che riguardino la loro vita.

Assegni famigliari, ammortizzatori sociali e riforma del fisco. Ecco cosa interessa veramente agli italiani”.

Fioroni ha poi parlato di giustizia e della posizione che il Partito democratico intende portare avanti.

“Credo che i cittadini che hanno a che fare con processi civili – dice -, siano stufi di dover pagare gli avvocati per anni e anni, senza alcun risultato. Se riforma della giustizia vuol dire modificare aspetti come questo, allora il Pd è a favore del cambiamento.

Le leggi ad personam, invece, sono un’altra cosa. Se Berlusconi ha delle spine nel fianco, non saremo certo noi a toglierle. Non voteremo mai leggi di questo tipo”.

A conclusione della serata, l’ex ministro ha parlato della spinosa questione degli alleati in vista delle elezioni provinciali e regionali.

L’Udc può essere un buon alleato, utile a vincere – afferma Fioroni -. Ma non è la certezza della vittoria. Un 5,8 per cento sicuramente prezioso, ma non indispensabile.

In vista delle elezioni, il Pd non si deve preoccupare solo di ottenere l’alleanza con il partito di Casini. Dobbiamo dimostrare ai cittadini di poter risolvere i loro problemi. Non è l’Udc a fare del Partito democratico una forza moderata. E non possiamo dipendere dalla coalizione con l’Unione di centro per guadagnare il consenso dell’elettorato moderato.

Altrimenti non facciamo altro che confermare la tesi della guerra fredda di cui parla Berlusconi. I nostri alleati devono avere dei requisiti specifici per potersi considerare come tali. Si tratta di condividere progetti, politica e valori.

Siamo disposti – continua l’ex ministro – a rinunciare anche a quello 0,4/0,8% di voti, se ci farà guadagnare in credibilità”.

Arriva la stoccata per Sposetti & c.

“Chi non ha la maggioranza, non può pensare di guidare il partito da solo. All’interno del Pd c’è un problema. Non si possono fare manifestazioni politiche, chiamare i cittadini, e ritrovarsi poi con 19 persone. Nel partito c’è un abisso tra la convivialità e la proposta politica. Uno squilibrio che va sanato-. Alle cene nessuno dice di no. Al voto, invece, molti dicono no. Dobbiamo invertire questo processo. Meno cene e più voti”.

E sulle provinciali Fioroni conclude: “Se vogliamo vincere dobbiamo creare il massimo della competizione politica. Non escluderei due liste. E’ meglio rischiare a livello personale e fare dei sacrifici per il partito, se questo porterà al risultato sperato”.

Alla serata di auguri sono intervenuti anche il segretario provinciale Angelo Allegrini, il capogruppo comunale Alvaro Ricci e quello provinciale Domenico Manglaviti.