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Cronaca -I legali di Alberto Stasi cercheranno di smontare le ipotesi accusatorie, puntando sulle contraddizioni dell'ora del delitto

Garlasco, la parola alla difesa

<p>Alberto Stasi</p>

Alberto Stasi

Ricerca del movente. Sangue sulle scarpe e ora del delitto.
Sono gli argomenti su cui si verteranno le arringhe della difesa dell’omicidio di Garlasco.

Primo punto: l’ora del delitto. Nel sostenere che Alberto Stasi ha ucciso Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco tra le 12,46 e le 13,49 l’accusa non è credibile, se nemmeno i legali di parte civile sono d’accordo sull’ora della morte pur disponendo degli stessi elementi.

È su questa contraddizione che punteranno i difensori di Stasi, Giuseppe Colli e Angelo Giarda, affiancato dal fratello Giulio, che hanno iniziato a parlare nell’aula magna del tribunale di Vigevano, dove si celebra il processo con rito abbreviato a carico del 26enne.
Sia il ragazzo che i genitori di Chiara Poggi sono presenti in aula.

La contraddizione deriva dalla perizia informatica, chiesta dal gup il 30 aprile insieme ad altre tre, cioè che Stasi ha lavorato al computer dalle 9,36 alle 12,20 di quel giorno. Una certezza che ha costretto le parti a rivedere le valutazioni sull’ora dell’omicidio.

Solo che l’accusa ha posticipato la propria stima precedente, cioè un periodo compreso tra le 10,30 e le 12 “con maggiore centratura tra le 11 e le 11,30″, mentre la parte civile ha puntato sul buco di ventisei minuti nell’alibi di Stasi che va dalle 9,10, ora di disattivazione dell’allarme di casa Poggi, e le 9,36.

Sono attese per oggi le ipotesi della difesa, che probabilmente sposterà di poco l’ora del delitto, concentrandola tra le 9,30 e le 10,30, mentre prima delle perizie avevano indicato l’intervallo compreso tra le 9 e le 10.
La difesa cercherà inoltre di smontare punto per punto il quadro accusatorio costruito due giorni fa dai pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci.

Secondo gli avvocati sarebbe inconsistente l’ipotesi che i due fidanzati abbiano litigato la sera prima del delitto, indicata dall’accusa come possibile movente.
Cercheranno, infine, di far considerare irrilevanti le tracce trovate sui pedali della bicicletta di Alberto e soprattutto parleranno della sua camminata nella villetta di via Pascoli nel momento del ritrovamento del cadavere.

Un percorso che a loro parere può essere fatto senza calpestare sangue e comunque le scarpe di Stasi potevano essere state ripulite dall’uso, anche perché le scarpe sono state sequestrate solo 19 ore dopo.

12 dicembre, 2009 - 11.44