No a televoto e docu-fiction
Michele Santoro
Giro di vite della Rai contro l’uso del televoto e le docu-fiction sulle vicende giudiziarie in corso nei programmi di informazione.
L’indicazione si evince da una lettera che il direttore generale della Rai Mauro Masi ha inviato a tutti i direttori di reti e testate. E’ basata su alcuni principi, confermati anche di recente dalla Suprema Corte, in tema di rivisitazione televisiva di fatti delittuosi oggetto di indagini o processi per garantire il rispetto della disciplina prevista dal Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive.
“Non ci sono leggi, sentenze o regolamenti di qualsivoglia autorità che impediscano di fare cronaca giudiziaria con l’uso di attori – replica duramente Michele Santoro -mentre esistono chiare normative che impediscono l’uso del televoto o dei sondaggi su vicende giudiziarie non ci risulta che vi siano leggi, sentenze o regolamenti di qualsivoglia autorità che impediscano di fare cronaca giudiziaria con l’uso di attori. Riteniamo quindi che la questione non si possa risolvere emanando una circolare, ma che sia compito del cda della Rai fare una valutazione approfondita”.
Più disponibile invece Monica Setta, conduttrice del programma pomeridiano di Raidue, Il Fatto del giorno. “Condivido la decisione di Masi - ha dichiarato la Setta – di non fare più i televoti nel mio programma. Sono difficili da gestire. Già il direttore di Raidue Massimo Liofredi mi aveva comunicato l’esigenza di non fare più il televoto, e io sono d’accordo. Tanto più che i risultati arrivano a fine programma e gli ospiti vogliono replicare ma non c’è tempo”.