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L'opinione di uno sporco comunista

Aaa Pd cercasi

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Ho già scritto che Ilvo Diamanti è uno dei miei intellettuali preferiti.
Per questo voglio prendere da lui (persona certo non ostile alla forza guidata da Bersani) l’espressione che ha usato nei confronti del Pd: un “partito senza fissa dimora”.
Il risultato delle elezioni primarie pugliesi segnala in modo inequivocabile, ben al di là delle pur univoche previsioni della vigilia, come il Pd abbia perso quella che Vendola, citando Gramsci, chiama la “connessione sentimentale” con il popolo.

Un partito che vaga nell’incertezza tra le strategie e i conflitti dei gruppi dirigenti a fronte delle nette espressioni del proprio elettorato.

Così nel Lazio subisce la candidatura (forte, ma estranea alle sue tradizioni) di Emma Bonino, mentre in Calabria si avvita tra primarie pagate dalla Regione, poi disdette per le primarie di partito, che vengono disdette per cedere la candidatura alla presidenza all’Udc, che però si dedica ad altro, mentre cinque anni di loierismo vanno al macero senza un’alternativa.

In Campania l’era bassoliniana svanisce senza rimpianti e senza ricambi.
In Puglia la schiacciante vittoria di Nichi Vendola su Francesco Boccia, ben più netta di quella di cinque anni fa, è un bel sigillo di sconfitta su una concezione della politica sempre più lontana dai cittadini e, peraltro, perdente.
Massimo D’Alema gioca le sue carte politiciste (ricordate il dalemone di Sabina Guzzanti?) e ne esce sempre peggio.

Egli è senz’altro un uomo politico di grande intelligenza e spessore, ma troppo spesso i suoi disegni e la sua stessa persona ne escono sconfitti.

Ma cosa pensava “la volpe del Tavoliere”, che le sue strategie pugliesi si sarebbero affermate grazie al plenipotenziario Nicola Latorre, ricordato negli annali della comunicazione per aver passato un pizzino a Italo Bocchino durante una trasmissione televisiva per suggerire come mettere in difficoltà Donadi dell’Italia dei valori?
Ma siccome le disgrazie, come si suol dire, non vengono mai sole ecco la vicenda Delbono, il sindaco di Bologna che preannunzia le dimissioni in seguito allo scandaletto amministrativo a sfondo sessuale, a pochi mesi dalla sua elezione al posto di Sergio Cofferati.
Aaa Pd cercasi. Molti di noi vorrebbero una grande forza di cambiamento, capace di aggregare popolo, non sigle, né generi di grandi costruttori, devoti divorziati.

Una organizzazione in grado di selezionare candidature e gruppi dirigenti in base alla credibilità ed alla moralità e non per le sole logiche del ceto politico.
La vittoria di Vendola alle primarie significa anche il premio ad una buona amministrazione, la quale, quando ha visto le inchieste giudiziarie interessarla, ha trovato una pronta reazione del presidente, che ha allontanato assessori e direttori di Asl indagati.

Ma la Puglia è divenuta pure un modello per la green economy, per il contrasto all’inquinamento ambientale, per la gestione dell’immigrazione, per i progetti sull’alta formazione.

Il presidente della Puglia ha scommesso sui suoi cinque anni di governo ed è stato accusato di personalismo perché non voleva farsi da parte; ha scommesso sul rapporto con i cittadini ed è stato accusato di populismo. Ma ha vinto, su un’onda ampia di partecipazione.
La sconfitta di Boccia è l’emblema di un partito che ha perso la bussola, che i suoi elettori vogliono restituirgli. E’ stato bello e significativo che quando lo sfidante è andato alla “Fabbrica di Nichi”, per rendere omaggio al vincitore, sia stato accolto da un applauso fragoroso dei sostenitori di Vendola.
Da questo punto di vista può avere ragione Bersani: il risultato andrà letto dopo le elezioni di fine marzo. Anche questi percorsi travagliati e difficili potranno fornire esiti positivi prestando orecchio alla realtà. Il magistrato-scrittore-senatore Gianrico Carofiglio cita Lao Tse: “quella che il bruco chiama fine del mondo gli altri chiamano farfalla”.
La mia opinione, forse un po’ partigiana, ma per una volta piena di belle emozioni, è che in Puglia sia stata scritta una pagina di buona politica.
Infine voglio sottolineare come, ancora una volta, si afferma il carattere decisivo del web, che è stato strumento fondamentale di Vendola e delle ragazze e dei ragazzi che hanno lavorato per lui.

Si consolidano forme, contesti, strumenti, capaci ormai di determinare significativamente lo spostamento del consenso. Nessuno potrà più fare a meno della rete.
Valerio De Nardo

27 gennaio, 2010 - 19.19