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Il miglior fish and chips è inglese

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Il miglior fish and chips è inglese.

Cibo inglese in primo piano nell’edizione del Times on line. Dall’apertura del primo negozio di fish and chips a Cleveland street a Londra, il classico pasto a portar via non è cambiato più di tanto.
Il fish and chips, si legge nell’articolo, resta il pasto preferito degli inglesi. Un sondaggio del 2009 ha reso noto che il 51 per cento delle persone intervistate hanno detto di preferire il piatto condito con sale e aceto.

Il 15 per cento lo mangia con il ketchup. Infine, per l’otto per cento della popolazione, sarebbero i piselli il miglior accompagnamento.
Al momento ci sono circa 11,500 fish and chips sparsi nel Regno Unito. Domani, 21 gennaio, si svolgerà la 22esima edizione del concorso Fish and Chip Shop che incoronerà i dieci migliori ristoranti presenti sul territorio inglese.




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“Un anno dopo gli elettori mandano un messaggio diverso”. [3]

E’ il titolo di apertura del New York Times, nell’edizione di questa mattina 20 gennaio. Politica in primo piano con le elezioni nel Massachusetts.

L’esito delle elezioni ha visto trionfare i repubblicani con Scott Brown che hanno agguantato il seggio che era di Ted Kennedy.

L’attenzione del quotidiano si focalizza sulla sconfitta dei democratici a un anno dalla vittoria di Barack Obama alle presidenziali.

Brown, si legge nell’articolo, avrebbe choccato e umiliato la Casa Bianca e il partito democratico battendo la candidata Martha Coackely nella corsa per un posto in Senato. Preoccupazioni per il presidente americano che, a un anno dalla sua elezione, vede perdere i primi consensi.


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La Cina piange i suoi eroi. [5]

China daily.com si occupa del terremoto di Haiti, a otto giorni dalla catastrofe che ha sconvolto il mondo. L’interesse del quotidiano cinese è per il dolore dei parenti degli otto agenti cinesi che sono rimasti uccisi nel sisma.

Sono riportate alcune testimonianze dei familiari. Tra le più significative, quella di Guo Baoshan, vice direttore dell’ufficio di presidenza di cooperazione internazionale del Ministero della Pubblica Sicurezza, che aveva progettato il matrimonio di suo figlio.

Da Haiti stava mettendo a punto gli ultimi preparativi per la cerimonia. Un matrimonio al quale, però, non assisterà mai.


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L’Africa tende la mano ad Haiti. [7]

Con la notizia degli aiuti da parte dell’Africa destinati ai terremotati di Haiti, apre, questa mattina, il quotidiano online Afrik.com, giornale d’attualità dell’Africa Nera e del Maghreb.
Malgrado le sue difficoltà, il continente africano è deciso a mostrare agli haitiani tutta la sua solidarietà. Dal Senegal al Congo, le proposte di aiuto si moltiplicano.
Il Gabon ha deciso di sbloccare un milione di dollari per Haiti. La Nigeria ha inviato a Port au Prince un contingente di 121 poliziotti per la missione delle Nazioni Unite.
Due aerei marocchini, carichi di medicine e prodotti farmaceutici, hanno fatto scalo, domenica mattina, nella capitale haitiana.
Anche i paesi africani più poveri danno prova di un appoggio incondizionato alla popolazione haitiana. Il Rwanda ha promesso uno stanziamento di 100mila dollari, la Liberia di 50mila.
Una goccia d’acqua nel mare delle donazioni internazionali, scrive Afrik.com, ma che, messa a confronto con i budgets di questi Stati, è più che simbolica.


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Obama un anno dopo. [9]

Anniversario non proprio al top per Barack Obama. A un anno dalla sua elezione il quotidiano francese online Le Monde traccia un bilancio dei 12 mesi del governo del presidente. Bilancio impietoso.
La sete di cambiamento che aveva assicurato a Obama il successo in campagna elettorale, sembra ora essersi ritorta contro l’inquilino della Casa Bianca, scrive Le Monde.
Il presidente democratico ha ricevuto, oggi, un avvertimento dagli elettori del Massachsetts, che hanno preferito il repubblicano Scott Brown all’avversaria Martha Coackley.
I democratici di Obama hanno perso, così, il seggio che fu di Ted Kennedy.


Un brutto momento lungo un anno. Questo è stato il 2009 per l’industria spagnola del turismo.
Della crisi degli albergatori, si occupa, nell’edizione di questa mattina, il quotidiano online El Mundo.
Malgrado i prezzi siano diminuiti del 5,6% nel 2009, i pernottamenti, rispetto all’anno precedente, sono calati del 6,6%.
Per non parlare dell’occupazione che, nel 2009, è scesa del 7,5%, a fronte di un aumento del numero dei posti di lavoro, pari all’1,3%.
“L’industria del turismo spagnola ha avuto un 2009 da dimenticare”, ha dichiarato, pochi giorni fa, il vicepresidente della Exceltur, l’associazione delle imprese del turismo spagnolo.
La riduzione di prezzo è stato esteso a tutti i tipi di hotel, anche se è stata più elevata nel caso degli alberghi di lusso. Gli hotel a cinque stelle hanno abbassato i loro prezzi del 8,3%, molto di più di quattro (-5,6%), tre (4,7%), due (-2,1%) e una (-2, 9%). Nel caso degli ostelli, la diminuzione è stata del 2,1% in due e tre stelle e lo 0,9% in una sola.
Ma questo non è bastato a invogliare turisti e residenti a passare qualche notte in hotel.
Secondo l’Ine, nel 2009 i pernottamenti in albergo sono stati 251,9 milioni, il 6,6% in meno rispetto al 2008.
A calare bruscamente sono stati soprattutto i pernottamenti da parte dei turisti, diminuiti del 9,1%. Scendono del 3,2% anche i pernottamenti dei residenti.