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Roma -Il Pd pronto a defenestrare il segretario

Mazzoli candidato alle regionali

<p> Alessandro Mazzoli</p>

Alessandro Mazzoli

L’accusa è quella di immobilismo. La soluzione è quella di candidarlo alle regionali nella Tuscia, per toglierlo di mezzo.
E’ quanto è stato prospettato al presidente della provincia, Alessandro Mazzoli, per uscire dalle secche di una segreteria regionale che in queste settimane non l’ha visto certo brillare.

E sembrerebbe che anche allo stesso Mazzoli l’idea di candidarsi al consiglio regionale potrebbe non dispiacere, anzi. Come dire: meglio che niente.

Il Pd romano non sarebbe soddisfatto di come si sta avviando la campagna elettorale e non ha gradito la nomina di Riccardo Milana, bersaniano, a coordinatore della campagna elettorale di Emma Bonino.

Le critiche in questa fase sono state diverse e sono piovute da più parti, ma in particolare dall’entourage di Morassut. Ma anche dagli stessi bersaniani.

Subito dopo la nomina di Milana, i consiglieri Alessio D’Amato, Enzo Foschi e Mario Di Carlo, vicini al presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, hanno chiesto di convocare subito la direzione regionale del partito per avere spiegazioni su una decisione presa senza consultare gli organismi direttivi. E quindi non regolare.

Già in fase di trattativa per l’individuazione del candidato alla presidenza della Regione, Mazzoli era stato in pratica commissariato da Zingaretti, che aveva svolto il lavoro del segretario regionale.

Ora, dopo le prove non esaltanti, il Pd sembra intenzionato a offrirgli una via d’uscita onorevole candidandolo alla carica di consigliere regionale.

Carica per statuto non compatibile con quella di segretario regionale.

Si tratta di capire a questo punto a chi toglierà la candidatura Mazzoli.

A giorni si dovrebbe riunire in assemblea del Pd laziale.

Lo chiedono Area democratica e i mariniani, che hanno raccolto le firme per la sua convocazione.
All’ordine del giorno la campagna elettorale, ma ovviamente si parlerà caso Milana.
Contro la nomina di Milana, bersaniano ma sostenuto anche dall’area ex popolare vicina al segretario regionale Mazzoli, si è schierato Morassut, che contesta il metodo e la sostanza dell’operazione.

Sul piede di guerra anche i mariniani, che chiedono una gestione del partito più collegiale.

Una parte della base poi accusa Milana di aver paralizzato, come coordinatore, la federazione romana.

Sarà un’assemblea tutta in salita quindi per il segretario regionale Mazzoli. Che potrebbe essere propedeutica alla sua defenestrazione dolce.

26 gennaio, 2010 - 5.08