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Prime attestazioni di solidarietà all'europarlamentare e ai giudici nel mirino della criminalità

“Vicini a Crocetta e ai magistrati”

<p>Rosario Crocetta</p>

Rosario Crocetta

Solidarietà a Rosario Crocetta e ai magistrati.

Si levano le prime voci in sostegno di Rosario Crocetta, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Gela nel mirino della mafia.

Ieri, 20 gennaio, la polizia ha arrestato cinque esponenti del clan Emanuello, che avevano pianificato attentati ai danni dei magistrati Lari, Paci, Ingoia, Gozzo, Tona, oltre che dell’europarlamentare Pd ed ex sindaco di Gela Rosario Crocetta.

Ninni Terminelli, segretario cittadino del Pd di Palermo, ha espresso la sua vicinanza a Crocetta e ai giudici, e lanciato l’allarme mafia, che sembra essere tornata alla vecchia strategia del sangue.

“Le notizie degli ultimi due giorni – ha detto Terminelli – sugli imminenti attentanti che le cosche stavano preparando per colpire Crocetta e i magistrati in prima linea nella lotta alla mafia, dimostrano che Cosa nostra accusa i colpi quotidianamente inferti dalle forze dell’ordine ma, al tempo stesso, tenta di rialzare la testa. Per questa ragione lo Stato ha il dovere di tutelare coloro che si espongono nella guerra ai clan, come ha fatto e fa Rosario Crocetta al quale – conclude – deve essere assicurata la scorta anche a Bruxelles”.

Anche Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana, ha espresso la sua solidarietà nei confronti dell’europarlamentare.

“Sono vicino a Crocetta – ha detto Cracolici -. Il suo impegno contro la mafia e per la legalità continua a esporlo a un’inaccettabile condizione di rischio”.

Cracolici si è detto vicino anche alla famiglia di Giovanbattista Tona, magistrato del tribunale di Caltanissetta, colpevole di aver comminato pene agli affiliati del clan Emanuello in molti processi negli ultimi anni e di seguire attualmente, come giudice dell’udienza preliminare (Gup), una tranche importante di un processo a carico di tutto il gruppo di fuoco del clan Emmanuello.

Quest’ultimo, sarebbe responsabile della guerra scatenatasi tra gli anni ’80 e ’90 tra la mafia e la Stidda di Gela, organizzazione malavitosa indipendente, presente soprattutto nell’Agrigentino.

22 gennaio, 2010 - 10.22