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Per fortuna che c’è Blob… e Mengoni!

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Il termine Blob in inglese significa “massa priva di forma e di consistenza”. Il cinema ha prodotto tre film che ne richiamano la terribile e travolgente forza: Blob – Fluido mortale, Beware the blob, Blob, il fluido che uccide.

Ma in Italia Blob è soprattutto una grande intuizione televisiva. Per assumerne la definizione scelta da Wikipedia “una puntata tipo di Blob consiste in uno studiato montaggio di spezzoni audio e video tratti dalle programmazioni delle emittenti televisive italiane e anche estere.

In sovrimpressione viene mostrato il titolo della puntata, spesso caratterizzato da ironia e umorismo.

Posso affermare senz’altro che Blob sia il mio programma televisivo preferito. Voluto dall’allora direttore di Raitre, Angelo Guglielmi, e ideato dai critici cinematografici Enrico Ghezzi e Marco Giusti, le trasmissioni di Blob sono iniziate il 17 aprile 1989. Da allora cerco di vederlo ogni volta che mi sia possibile.

Blob sa essere un compendio della televisione e, con essa, della nostra storia, dei vizi e delle virtù dei protagonisti e degli spettatori, “comici spaventati guerrieri” di un tempo senza gloria e senza onore. Sanremo e il festival di Venezia sue prede ambite nei cortocircuiti dello showbiz.

So di poter essere considerato uno spocchioso di sinistra (?), ossia quanto di più triste e bieco possa albergare in una società commerciale e di spettacolo come quella in cui viviamo. Ma, proprio per questo, posso dire di trovare irritanti e diseducative le risse nei salotti televisivi? Posso affermare di trovare insopportabile Vittorio Sgarbi e le sue grida reiterate, prezzemolo in ogni minestrina di talk show? Posso esprimere il mio disgusto per i programmi che guardano dal buco della serratura catodica (o lcd o plasma) la vita delle persone, come quelli di Maria De Filippi?

Non c’è nemmeno da parlare di reality show o varietà che di per sé sono un blob insulso, dove storia e storie si mescolano senza profondità e prospettiva rendendo inintellegibili identità e differenze, rendendo tutti gli spettatori consumatori un po’ rincoglioniti? Mi è permesso affermare che trovo vergognosi alcuni telegiornali stesi come zerbini ai piedi di piduisti in carriera?

Blob ci restituisce proprio il senso di questa marmellata. Ci fornisce una chiave di lettura sempre interessante e originale della realtà quando monta questi spezzoni di tv in sequenze capaci di sfruttare proprio la forza delle immagini per trarne la debolezza intrinseca, solo che la si voglia disvelare.

Così puoi incrociare il festival di Sanremo e sentire il rampollo dei Savoia gridare al mondo e a Dio, Italia amore mio!, con Lippi alle spalle e vorresti scomparire dalla vergogna.

Per fortuna che tra i ragazzi della Tuscia nasce una voce, come quella di Marco Mengoni, che emoziona di per sé, non per più o meno nobili natali né per confronti fra clan televisivi e discografici. Ma c’è chi spende in totale buona fede pure qualche soldo per televotare Pupo ed Emauele Filiberto.

Blob ci aiuta a capire. Per il resto consiglio gli ottimi programmi di Rai Storia.

Valerio De Nardo