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Vaticano - La risposta della Santa Sede alle accuse del New York Times al cardinal Bertone e Papa Ratzinger sul caso Murphy

Non c’è stata nessuna copertura

<p>Benedetto XVI</p>

Benedetto XVI

“C’è il pericolo di un grande scandalo nel caso in cui il caso venisse pubblicizzato dalla stampa”.

Sul caso di padre Lawrence Murphy, il sacerdote americano che negli anni Sessanta-Settanta abusò sessualmente di circa duecento ragazzini sordi in un istituto cattolico di Milwaukee, il vescovo Rembert Weakland ci aveva visto lungo. Era il 30 maggio del 1998.

Da quanto si apprende, il presule era stato convocato in Vaticano per discutere del caso Murphy con Tarcisio Bertone, allora segretario della Congregazione per la dottrina della fede guidata da Joseph Ratzinger.
Oggi Ratzinger è Papa, Bertone è segretario di Stato, e il New York Times ha ritirato fuori la vicenda. Sulla scorta della documentazione riservata di cui è in possesso, il quotidiano americano avrebbe riportato che gli attuali vertici del Vaticano, in queste settimane alle prese con gli scandali dei preti pedofili in Irlanda, Germania, Austria, Olanda ed altri paesi ancora, insabbiarono le accuse e decisero di evitare che padre Murphy venisse processato.

Non si è fatta attendere la reazione della Santa Sede. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha respinto con forza le accuse. Ha ricostruito la vicenda e spiegato che non c’è stata nessuna copertura, nessuna proibizione di denuncia degli abusi, e che la Congregazione per la dottrina della fede venne informata dei fatti solo una ventina di anni dopo.

26 marzo, 2010 - 10.33