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Perugia - La corte d'appello ha motivato la condanna

Omicidio Meredith, depositata la sentenza

<p>Meredith Kercher</p>

Meredith Kercher

Depositate le motivazioni della corte d’appello della condanna di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox per il delitto di Meredith.

L’insieme degli elementi emersi nel processo, si legge, “evidenzia un quadro complessivo e unitario, senza vuoti e incongruenze”.
Per il collegio, il quadro emerso “comporta come esito necessario e strettamente consequenziale l’attribuzione dei fatti reato ipotizzati ad entrambi gli imputati”.

Le motivazioni della sentenza sono contenute in un voluminoso fascicolo. Si tratta di circa 500 pagine firmate dal presidente della corte Giancarlo Massei e dal giudice a latere Beatrice Cristiani.
“Quello di Meredith Kercher è stato un omicidio compiuto senza alcuna programmazione, senza alcuna animosità o sentimento rancoroso contro la vittima che in qualche modo possano essere visti quale preparazione-predisposizione al crimine – ha scritto il collegio -.

I fatti risultano essere stati realizzati in forza di contengenze meramente casuali”.
Nel provvedimento si afferma inoltre che la Knox “accusò liberamente Patrick Diya Lumumba di avere ucciso Meredith nella consapevolezza dell’innocenza dello stesso”.
Di qui la condanna della giovane di Seattle anche per il reato di calunnia. Amanda Knox e Raffele Sollecito sono stati condannati rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere.

4 marzo, 2010 - 14.06