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Politica -Il presidente della Repubblica ha chiesto che venga riesaminato

L’arbitrato torna alle Camere

<p>Giorgio Napolitano</p>

Giorgio Napolitano

L’arbitrato torna alle Camere.

Dopo che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto che il testo venga corretto, infatti, ora il disegno di legge sul lavoro dovrà essere esaminato di nuovo torna all’esame delle Camere.

In un documento letto in aula dal presidente della Camera Fini, il capo dello Stato solleva una serie di obiezioni. Napolitano osserva che il ricorso all’arbitrato può rappresentare uno strumento “apprezzabile” per prevenire controversie del lavoro, ma deve essere sempre volontario.

Inoltre non si può prevederlo, tramite l’inserimento “di una clausola compromissoria” al momento della firma del contratto quando il lavoratore è nella condizione di “massima debolezza”. Non solo. “Perplessità ulteriori suscita la possibilità di ricorrere a tale tipo di arbitrato anche in materia di pubblico impiego”.

Ma queste osservazioni non significano una bocciatura e su questo punto Napolitano è chiaro. Sottolinea che la flessibilità nel lavoro è richiesta dal mondo imprenditoriale e quindi “l’intento riformatore è percorribile ma va esplicitato”. La sinistra ha approfittato dell’intervento del Capo dello Stato per alzare il tiro dicendo che ripresenterà tutti gli emendamenti a suo tempo respinti e che l’arbitrato è contro lo statuto dei lavoratori.

La Cgil è partita all’attacco bollando come “intempestivo” l’avviso comune firmato l’11 marzo da tutte le altre parti sociali. Con l’avviso si concordava sull’utilità dell’arbitrato per le controversie in materie di lavoro, a patto che venissero esclusi i licenziamenti. Ma la maggioranza e il governo non intendono far affossare il provvedimento nelle sabbie mobili del dibattito parlamentare. Sicchè hanno deciso un iter super veloce.

1 aprile, 2010 - 9.53