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“Sono un uomo solo”

Callisto Tanzi

Callisto Tanzi

“Sono un uomo solo più che mai”. Lo ha dichiarato spontaneamente Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat, nel processo milanese d’appello.

“Chiedo perdono a chi per questa causa ha sofferto senza colpa – continua Tanzi che però punta il dito contro le banche, responsabili di aver emesso bond spazzatura -. Io continuo a rivendicare che Parmalat non fosse una grande truffa”.

Tanzi ha voluto “ribadire con fermezza che soltanto la consapevolezza che mi derivava dagli elementi di conoscenza da parte degli istituti di credito delle reali condizioni finanziarie del gruppo Parmalat, mi ha indotto a continuare in un’attività, commettendo un errore di valutazione”.

L’imprenditore ha aggiunto che invece sarebbe servito un decisivo intervento di ripianamento. E ha conseguito ammettendo “di essere stato fuorviato dall’idea dell’espansione e spinto a credere che tutto fosse possibile”.

Poi, rivolto ai giudici, ha detto: “Non attribuitemi certo la capacità da solo di partorire un default di miliardi di euro, per effetto di un’occhiata di mezz’ora qualche volta all’anno a quattro dati e all’invito a migliorare i risultati”.

L’imprenditore si è definito un “testardo ottimista che ha cercato di insufflare vitalità ma incapace di elaborare strumenti e risposte tecnicamente raffinate sotto il profilo decisionale e finanziario”.

In particolare, Tanzi ha spiegato di essersi occupato in maniera prevalente dei prodotti e del marketing e delle relazioni con l’esterno. Ciò che lo ha fuorviato, infine, secondo lui, è stata anche la vera e propria coda di finanziatori.