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La giunta esubera testosterone

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So che può risultare antipatico che un maschio assuma alcuni argomenti e avanzi certe proposte. Può puzzare di strumentalità e piaggeria.

Ma: premetto che personalmente reputo essenziale l’impegno delle donne in politica e nelle istituzioni.

Non per questioni genetiche, ma perché ritengo l’impronta sessuale nella società e nei luoghi del potere decisiva per provare a cambiare i modi e i termini dell’impegno politico.

Per questo mi sento di avanzare una “modesta proposta”, che è anche una piccola sfida alla classe dirigente maschile (e alla evanescente rappresentanza femminile) dei principali enti locali della Tuscia.

A Palazzo dei Priori qualche donna è riuscita a strappare uno scranno col consenso popolare. Ma la giunta vede una totale prevalenza di cromosoma Y. A Palazzo Gentili neanche una rappresentante del genere femminile ha conseguito un seggio e la giunta, nondameno, esubera testosterone.

In questo contesto sarebbe davvero interessante (a mio modo di vedere: rivoluzionario) che i due consessi elettivi, il consiglio comunale e quello provinciale, adottassero una modifica dei rispettivi statuti che prevedesse una determinata presenza di donne in giunta.

Non penso a quel che Nichi Vendola ha fatto in Puglia, nominando una giunta fifty-fifty, ma, che so?, un blando 25% sotto il quale alcun genere può scendere si può pure fare, oppure no?

Avendo lavorato per anni ai lavori pubblici, so che le impellenze di una comunità territoriale sono le strade, le scuole, il ciclo delle acque e quello dei rifiuti, eppure sono convinto che anche queste priorità si giocano diversamente se i decisori non sono tutti uguali alla radice genetica.

Ritengo che questa proposta non abbia il sapore di una provocazione politica, poiché la giunta Mazzoli, ben caratterizzata sul versante di centrosinistra, non presentava volti femminili.
Né penso che debba essere usata come grimaldello istituzionale: basta prevedere che la norma statutaria entri in vigore dal primo rinnovo dei rispettivi consigli per essere un impegno di prospettiva e non una leva per far saltare i faticosi equilibri politici esistenti.

Purtroppo sono pessimista: tra sottovalutazioni e diffidenze ritengo che la politica viterbese snobberà lo spunto che propongo. Anzi, sono convinto che neanche le donne impegnate in politica troveranno sufficiente fiato o ragioni per sostenerla, anche se sarebbe tanto più significativa in quanto la legge prevede una di diminuzione del numero di consiglieri e assessori negli enti locali.

Ma siccome, personalmente, la ritengo di buon senso mi permetto di avanzarla. Come Jonatanh Swift…

Valerio De Nardo