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Marea nera, la quantità riversata supera le previsioni

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Petrolio, in mare più del previsto.

La fuga di greggio dal pozzo della British Petroleum nel Golfo del Messico potrebbe essere molto più grave di quanto riferisce la compagnia petrolifera. Gli esperti che hanno esaminato un primo video delle falle hanno concluso che la quantità di petrolio riversata in mare dal pozzo sottomarino potrebbe essere dodici volte superiore a quanto stimato.
Il limite massimo potrebbe essere di 70mila barili giornalieri, contro i 5mila stimati dalla Bp, secondo quanto riferiscono fonti britanniche.

La Bp dal canto suo però non cambia il suo parere sull’entità del disastro e si affida alle immagini satellitari e all’osservazione dell’acqua, ritenendo impossibile effettuare una stima affidabile in base alle immagini sottomarine.
Il risultato è che alcuni scienziati sospettano che una grandissima parte del petrolio disperso finisca nascosta sotto la superficie dell’acqua piuttosto che sopra. Il petrolio sulla superficie del mare può essere facilmente individuato da elicotteri e satelliti. Ma rintracciare il petrolio sotto l’acqua è molto più complicato.

Intanto starebbe partendo una collaborazione tra la Casa Bianca e la Bp. Una cooperazione necessaria, anche perché il successo o il fallimento delle iniziative del governo federale dipende dagli esperti e dalla tecnologia della compagnia.
Di qui la decisione di Washington di insediare alcuni scienziati statunitensi nel quartier generale della compagnia a Houston, tra cui il direttore dell’Istituto di rielvazione geologica.