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Domani è la giornata del vento

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Domani, 15 giugno, è la Giornata Mondiale del Vento.

Sostenuta dall’Associazione europea dell’energia eolica e dal consiglio globale dell’energia eolica, la giornata si propone di far conoscere una tecnologia che può permettere di produrre energia elettrica in modo pulito, e spingere i governi ad accelerare la costruzione di impianti eolici.

In 35 Paesi sparsi in tutto il mondo sono previsti circa 300 eventi, che comprendono mostre, convegni, workshop, manifestazioni sportive e teatrali e l’apertura delle centrali per le visite del pubblico.

In Italia si terranno 24 manifestazioni pubbliche: di queste ben 22 nella sola città di Roma, mentre le rimanenti due saranno l’una in Campani a l’altra in Lombardia, a Campione del Garda.

Secondo l’Associazione europea dell’energia eolica, proprio il nostro paese sembra promettente per quanto riguarda lo sviluppo dell’energia ricavata dal vento: l’Italia si posiziona infatti al terzo posto nella classifica degli Stati stilata in base alla capacità installata nel 2009.

A guidare questa particolare classifica c’è – senza che la cosa meravigli – la Spagna, con l’installazione di impianti per 2459 MW; in seconda posizione c’è la Germania(1917 MW) e in terza, per l’appunto, l’Italia, con 1114 MW.

In dieci anni, dal 1999 al 2009, la capacità degli impianti eolici italiani è passata da 282,55 MW a 4844,80 MW; l’Europa stima di arrivare a una produzione complessiva, entro il 2020, di 230 GW, cui l’Italia contribuirà per 11,8 GW.

A frenare lo sviluppo ci sono fattori burocratici (occorrono tre o quattro anni per ottenere il permesso alla costruzione di una centrale eolica) e tecnici (in primis la presenza di una rete elettrica insufficiente, che in certe condizioni non è in grado di assorbire tutta l’energia prodotta e costringe allo spegnimento temporaneo dei generatori) e la minaccia di un decreto, in corso di elaborazione, che potrebbe creare grossi problemi alla costruzione di nuovi impianti.

Il decreto prevederebbe infatti il blocco dell’acquisto dei Certificati Verdi (ossia quei titoli negoziabili che corrispondono a un certo quantitativo di anidride carbonica, che ottiene chi produce energia emettendo meno CO2 rispetto alle centrali alimentate da fonti fossili e può rivendere a chi invece non rispetta i limiti sulle emissioni) da parte del Gestore dei Servizi Energetici, creando seri problemi al sostegno delle fonti di energia rinnovabile.