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Intercettazioni - Berlusconi intransigente, punta il dito contro stampa e magistratura

“Il ddl non sarà più cambiato”

<p> Silvio Berlusconi</p>

Silvio Berlusconi

“Ora basta. La legge è stata ostacolata da giornalisti e toghe, ma non sarà modificata”.

E’ un Berlusconi intransigente quello che, da Palazzo Grazioli, torna a parlare del ddl intercettazioni. Il premier dice di non essere più disposto a scendere a patti, né a perdere tempo. “Dopo un lungo lavoro di mediazione all’interno del partito è stato trovato un equilibrio – dichiara -. Ora il ddl va votato, senza trasformazioni ulteriori”.

Il via libera di Fini, intanto, è arrivato, tra le proteste dell’opposizione. Tra i più critici Massimo D’Alema, che ha duramente contestato non solo il ddl, ma anche la scelta di blindarne il testo, durante la riunione a Palazzo Grazioli. D’Alema si limita a parlare di “norme non rassicuranti”. Molto meno diplomatico è il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che si dice “pronto alla resistenza dentro e fuori il Parlamento, come durante il fascismo”.

9 giugno, 2010 - 10.09