“Sepe collaborerà nei limiti del Concordato”.
Lo ha dichiarato ieri padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, a proposito dell’inchiesta G8 che ha travolto anche il cardinale Crescenzio Sepe.
A lui, padre Lombardi si è sentito di esprimere “stima e solidarietà, in questo momento difficile. Il cardinale Sepe – ha proseguito il portavoce della Santa Sede – ha lavorato e lavora per la Chiesa in modo intenso e generoso e ha diritto a essere rispettato. Abbiamo fidiucia che la situazione venga chiarita rapidamente ed elimnate le ombre”.
Per far questo, ha aggiunto Lombardi, “bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia”.
Questi ultimi sono regolati dal Trattato del Laterano, risalente al 1929, e dal contemporaneo Concordato.
Tra le “garanzie” previste dagli accordi c’è anche quella che prevede che un cardinale con passaporto diplomatico non possa essere sottoposto a misura giurisdizionale, né possano essere sequestrati i suoi documenti, a meno che non sia lui a richiederlo.
Il cardinale Sepe, da quanto si apprende, avrebbe il passaporto diplomatico.