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L'angolo della psicologia

Tempo d’esami…

di Angelo Russo
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“Basta! Mi spezzi il cuore!”

Dopo l’esclamazione rivolta al proprio partner, la ragazza scoppia in un pianto dirotto.

Potrebbe essere lo spaccato di una delle tante storie tra innamorati. Nulla di strano, verrebbe da commentare: c’est la vie.

Se analizziamo attentamente la comunicazione non può sfuggire un errore anatomo fisiologico. Sarebbe più corretto, anche se meno romantico, dire: “basta! Mi distruggi il cervello”. E’ proprio lì che nascono le emozioni.

Non c’è da meravigliarsi, perfino Aristotele, tra i più eminenti pensatori dell’antica Grecia, localizzava le capacità mentali nel cuore attribuendo al cervello una semplice funzione di raffreddamento del sangue caldo proveniente dal muscolo cardiaco.

L’affermazione “mi spezzi il cuore”, correlata comunque alla psicosomatica che vuole, comunque, un deterioramento cardiaco in situazioni di stress, vive anche di rimandi ad antichi pregiudizi.

La scienza moderna non lascia adito a dubbi: pensieri, emozioni, percezioni, azioni, sono attività prodotte dal cervello ed elaborate dal nostro “cappello pensante” la corteccia. Per le emozioni, in particolare, c’è una vasta area specifica chiamata sistema limbico. La massa cerebrale non è unica e omogenea, ma composta da strutture correlate ai diversi comportamenti.

Abbiamo una zona cerebrale dov’è localizzato il linguaggio, un’altra per disegnare, altre ancora per ascoltare o comporre la musica, inoltre ci sono aree specifiche per vedere e una piccola zona per risolvere i problemi.

E’ come se fossimo dinanzi a una mappa dove a ogni punto corrisponde il comportamento connesso. Nonostante siamo equipaggiati di un sistema, per molti versi, simile a un computer, perché a volte non riusciamo a risolvere un problema? Ovviamente essendo il cervello e il comportamento umano quanto di più complesso possa esistere stiamo schematizzando e semplificando.

Essenzialmente possono esserci tre ostacoli.

Il problema da risolvere potrebbe essere troppo complesso per le nostre limitate conoscenze o addirittura non risolvibile. Potremmo essere portatori di un deficit intellettivo di natura organica, in altre parole avere una disfunzione cerebrale a livello neuronale nella zona specifica per la risoluzione dei problemi (siamo in area patologica).

Qualcosa potrebbe farci ragionare in modo scorretto, fuorviante. Questo è il caso di pertinenza psicologica ed è spesso legato a ostacoli di tipo percettivo. Per risolvere il problema occorre, con uno sforzo, uscire dagli schemi percettivi cui siamo abituati e che rimandano esclusivamente a modelli già noti.

Ecco un esempio:
“Il problema dei nove punti”

Provate, senza sollevare la matita dal foglio, a tracciare quattro linee rette in modo da toccare tutti i nove punti della figura 1. Se dopo vari tentativi non riuscite a trovare la soluzione, verificatela nella soluzione.

Angelo Russo

18 giugno, 2010 - 18.22