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Tusciaweb, Corriere2000 e Nonsololibri aderiscono al silenzio stampa

Giù le mani dai giornali

di Carlo Galeotti
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Giù le mani dai giornali.

Quando un governo mette mano alle redazioni dei giornali, mette limiti impropri alla libertà di stampa, qualcosa non va. Ed è qualcosa di pesante.

La legge sulle intercettazioni è un atto grave contro la libertà di stampa. E, non c’è bisogno di citare Amartya Sen, per dire che la libertà di stampa è uno degli snodi fondamentali dello stato di diritto occidentale.

E questa legge, che per ora è solo una proposta, mette in pericolo questo snodo. Questo contrappeso al potere.

Per questo anche le nostre testate (Tusciaweb, Corriere2000, Nonsololibri) oggi taceranno. Un fatto grave. Un fatto che, per chi da anni non fa che dirigere giornali, fa perfino paura. Un paese anche per un giorno senza stampa mette paura.

Ma un segnale andava dato e non potevamo non aderire a una protesta contro una legge che se passasse, ma non passerà, non solo metterebbe in forse la libertà di stampa ma addirittura potrebbe far chiudere gran parte delle piccole aziende editoriali.

Perché, al di là delle questioni di fondo che sono essenziali, il rischio è che le multe da svariate centinaia di migliaia di euro possano mettere in ginocchio le piccole aziende. E in particolare gli editori on line. Unica, o quasi, espressione di un mondo editoriale libero, che sta sul mercato e che non ha e non vuole sussidi statali.

Ma anche per le grandi la multa agli editori comporta che ci sia il padrone in redazione. Come dire che non saranno più i direttori a giudicare cosa è notizia o meno, ma l’editore, per tutelarsi, metterà pesantemente l’occhio in redazione. Anche in quelle grandi.

Fatto gravissimo.

In ultimo ci piace, una volta tanto, essere d’accordo con Vittorio Feltri che così valuta la legge bavaglio in una sua dichiarazione alla 7 dell’altra sera: “I motivi per i quali sono contrario a questa legge sulle intercettazioni sono diversi. Intanto perché la privacy non è assolutamente tutelata. Sono contrario, che alla fine, siano sempre i giornalisti, cioè il terminale della filiera de sputtanamento, a dover pagare il fio. In questo caso ci sono anche gli editori a dover pagare e questo provocherebbe una diminutio della libertà delle redazioni”.

Come dire se uno non ha il coraggio di prendersela con la magistratura che fa uscire le notizie perché prendersela con i giornalisti che fanno il loro mestiere che fino ad oggi è stato quello di… “dare le notizie” nell’interesse di tutti.

Ci vediamo sabato.

Carlo Galeotti

9 luglio, 2010 - 0.15