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Il figlio del ciclista volante

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Incontro per caso sulla piazza Buratti a San Martino al Cimino, Angelo Morucci, figlio del ciclista Salvatore, morto in un tragico incidente mentre partecipava ad una gara.

Angelo era un bambino. Da Modena, dove ora vive, è a San Martino per una breve vacanza. L’avevo conosciuto qualche anno fa come giovane ed intraprendente industriale, sempre in giro per il mondo; era, infatti, in partenza per la Cina.

Ora la sua vita è completamente cambiata. Non si occupa più di prodotti altamente tecnologogi – pezzi per macchine che corrono in formula uno – ma ha sentito dentro di sé fortissima la vocazione artistica ed, in breve tempo, si è affermato come scultore.

Con il fratellastro Mario Venturini, uniti nell’acronimo M.V.Art in Design, ha un’officina-studio a Modena.

Qui – come sottolinea il critico Nicola Nuti – le fibre di carbonio e le leghe di alluminio tirate a lucido con paste diamantate, imbrigliano la luce, solidificano linee immaginarie ed organizzano le forme secondo una complessa simbologia.

In sostanza per interagire con chi guarda, i due scultori Angelo e Mario lavorano in coppia, usano materiali tecnici per trasmettere emozioni e messaggi.

Sono opere “difficili”, non usuali, ma in modo originale, riescono a coinvolgere il pubblico e a parlare. I risultati della loro ricerca, non banali si stanno imponendo come dimostra la futura presenza alla Biennale internazionale di architettura di Venezia che si terrà dal 26 agosto al 26 settembre presso l’Arsenale, nello spazio “Tesa delle Nappe”, curato dall’architetto Laura Villani.

Prima di salutarmi, Angelo mi mostra il disegno della scultura che esporrà a San Martino il prossimo anno in occasione della 50esima edizione del Trofeo Morucci, la corsa ciclistica dedicata al padre.

La scultura che sarà di grandi dimensioni avrà per titolo: “Il ciclista volante”, un uomo, mi dice con emozione, che ha corso verso il cielo: “quest’uomo è mio padre Salvatore che con la sua improvvisa morte, come un muratore in un cantiere, suscitò un profondo dolore e ha lasciato un ricordo indelebile nella popolazione di San Martino e non solo.

Oreste Massolo