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“Il processo breve è una priorità”

<p>Angelino Alfano</p>

Angelino Alfano

“Il processo breve è una priorità”. Parola di Angelino Alfano.

Aggiungendo però che il governo è pronto a “investimenti straordinari” per garantire al sistema giudiziario di poter rispettare l’accelerazione dei tempi imposta dalla nuova legge ed evitare così la cancellazione dei processi.

Un’ipotesi che punta a superare il veto finiano sul provvedimento finora bollato come “un’amnistia mascherata”.

Italo Bocchino però invia un segnale meno tranquillizzante: “Furono Berlusconi e Fini insieme a valutare che fosse meglio fermarsi sul processo breve a causa delle perplessità venute dal Quirinale. Noi siamo disponibili a discutere, ma il ministro Alfano ci spieghi come intende superare quelle perplessità”. Nessun via libera, ma neppure una bocciatura. Per ora a prevalere è la cautela.

A schierarsi nettamente contro il rilancio del processo breve proposto dal Guardasigilli è invece l’Associazione nazionale magistrati. “È grave e non più tollerabile che in un momento nel quale la giustizia è al collasso e si verificano allarmanti episodi di violenza e minacce – è la risposta del presidente dell’Anm Luca Palamara – si continua a perdere tempo con disegni di legge come quello sul processo breve che nulla ha a che vedere con l’esigenza di affrontare le vere priorità del sistema giustizia e con l’urgenza di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata”.

Giudici e pm ritengono che la riproposizione del processo breve (fermo ormai da mesi alla Camera dopo l’approvazione del contestatissimo testo al Senato) non serva ma anzi penalizzi ulteriormente il lavoro dei magistrati e non senza polemica invitano lo stesso Guardasigilli a confrontarsi con loro a partecipare all’assemblea convocata a Reggio Calabria per il prossimo 7 settembre per sapere da loro se effettivamente la priorità è costituita dal processo breve o, invece, dalle drammatiche situazioni in cui quegli stessi uffici si trovano.