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“La seconda repubblica è stata un fallimento”

<p>Luca Cordero di Montezemolo</p>

Luca Cordero di Montezemolo

“Il bilancio della seconda repubblica è fallimentare”.

A sostenerlo è l’ex presidente di Confindustria Luca Montezemolo.

Un lungo articolo sul sito internet della sua fondazione, Italia Futura, boccia la seconda Repubblica, i risultati del governo Berlusconi, la legge elettorale e richiama sondaggi secondo cui i cittadini hanno perso la speranza nel futuro.

Non è la prima volta che l’ex presidente di Confindustria mette il dito nella piaga ma le cose ora potrebbero essere diverse. Con Gianfranco Fini alle corde e il governo indebolito dai veti degli ex Pdl, ci sono nuovi spazi. E in politica gli spazi vuoti si riempiono. Avanti il prossimo, insomma. E Luca Montezemolo sembra aver cominciato la manovra.

Le elezioni anticipate sarebbero “una sconfitta per il Paese e per la classe politica che lo ha governato”. Comincia così l’editoriale di Italia Futura. Tornare alle urne sarebbe “un atto di grave irresponsabilità dinanzi ad uno scenario economico ancora fortemente instabile”.

La critica è a tutto tondo: “Il bilancio della seconda repubblica è fallimentare. Secondo la maggior parte dei sondaggi, le persone che ritengono che l’Italia sia migliorata nel confronto con gli altri grandi paesi occidentali si contano sulle dita di una mano. È invece opinione ampiamente condivisa che il nostro sia un Paese bloccato, invischiato in una transizione infinita e privo di un progetto comune”.

Il fallimento della seconda repubblica, secondo l’associazione di Montezemolo, «è certificato dalle parole di Berlusconi, che dopo quasi 10 anni da presidente del Consiglio si dichiara impossibilitato a governare per colpa delle istituzioni che non è stato capace di riformare.

Questa legislatura, che si era aperta con grandi aspettative e che ha anche messo in cantiere alcune iniziative importanti, si sta chiudendo con un conflitto istituzionale (e tra schizzi di fango) senza precedenti.

Paradossalmente, la prospettiva delle elezioni sembra elettrizzare proprio chi dovrebbe viverle come una sconfitta e invece spera che i 600 mila promotori della libertà e i milioni di leghisti pronti a mobilitarsi possano far dimenticare che la più ampia maggioranza della storia repubblicana si sia sciolta come neve al sole. Evidentemente, si ritiene che esistano gli ingredienti per un nuovo successo elettorale.