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Caso Ruby, l’ira di Bossi

<p> Umberto Bossi</p> [1]

Umberto Bossi

Caso Ruby, l’ira di Bossi.

Tempesta nella maggioranza, dopo che il ciclone Ruby si è abbattuto su Silvio Berlusconi.

Il più adirato con il premier è, senza dubbio, il leader del Carroccio Umberto Bossi, che ieri sera, parlando con i membri della segreteria della Lega, non sarebbe stato tenero con Berlusconi.

Ma come gli viene in mente di chiamare la Questura? – avrebbe detto il Senatur -. Un uomo del governo non può farlo, è a dir poco inopportuno. Questa è una cosa che danneggia noi. Ci fa perdere voti, soprattutto a Milano. Come lo spieghiamo?”.

Poi una nefasta previsione per il futuro. “Il redde rationem sarà a gennaio. Prepariamoci: Silvio cadrà e noi andremo all’opposizione. E ci resteremo. Qualcuno mi dice di un governo Tremonti, ma non esiste. Noi stiamo con Silvio. Tanto il governo tecnico dura comunque poco. Poi si torna al voto. E tutto sommato, prima delle urne, se stiamo un po’ all’opposizione ci fa bene. Ci rigenererà“.

I leghisti sperano, almeno, di riuscire a far arrivare la legislatura a fine febbraio. A quel punto scadranno i termini per i pareri da formulare ai decreti sul federalismo, che entreranno in vigore. “A noi basta”, ha dichiarato Bossi, che già si prepara alla riunione del Parlamento del Nord, prevista per il 20 novembre. “Lì inizieremo a rullare i tamburi”, ha annunciato il Senatur.