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“Pago per le mie idee”

<p>Maurizio Belpietro</p> [1]

Maurizio Belpietro

“Perché in questo paese non è possibile sostenere delle opinioni senza pagare con paura e minacce?”.

Se lo chiede, amareggiato, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, all’indomani dell’aggressione in casa sua.
Il giornalista, intervistato durante la trasmissione Mattino Cinque, ha fatto notare di essere uno dei pochi giornalisti, insieme a Emilio Fede e Vittorio Feltri, sotto scorta da anni. Otto per la precisione.

“Siamo tutti dell’area moderata – ha detto Belpietro -. Evidentemente sostenere idee contro la vulgata corrente si paga anche da questo punto di vista, con la limitazione della libertà”.

Ieri sera, l’agente della scorta di Belpietro aveva accompagnato il direttore di Libero fino alla porta del suo appartamento, un condominio in pieno centro a Milano, in via Monti di Pietà. Tra il quarto e il quinto piano, l’agente ha trovato il possibile attentatore, che scendeva le scale, impugnando una pistola. L’uomo ha puntato l’arma contro l’agente, ma non ha fatto fuoco.

Un episodio che, secondo Belpietro, è legato al clima politico rovente. “Basta navigare su certi siti per trovare non polemiche, ma minacce di morte come ‘mi piacerebbe ammazzare lui e la sua scorta’ – afferma il direttore -. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte”.

Belpietro era già stato minacciato a gennaio, quando un uomo tentò di introdursi nella redazione di Libero, confessando, poi, alla polizia di avere “cattive intenzioni”.