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Omicidio Scazzi -Lo confermerebbero i tabulati telefonici della ragazza e del padre

Sabrina gettò Sarah nel pozzo

<p>A sinistra Sabrina Misseri con Sarah Scazzi</p>

A sinistra Sabrina Misseri con Sarah Scazzi

Sabrina e il padre hanno gettato Sarah nel pozzo.

E’ la nuova ipotesi del pm titolari dell’inchiesta sull’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa dallo zio e, con tutta probabilità, dalla cugina.

Il sospetto è sorto agli investigatori dall’analisi dei tabulati telefonici di Michele Misseri e della figlia Sabrina.

I loro cellulari, il pomeriggio del 26 agosto, quando Sarah scomparve, agganciavano la stessa cella. Proprio nella zona di Nardò dove, il 7 ottobre, Sarah fu trovata cadavere.

Sabrina si difende dalle accuse dicendo che, a quell’ora, era con la sua amica Mariangela. Una ricostruzione che, a detta dei carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) di Lecce, non è attendibile.

Nel racconti di Sabrina, infatti, ci sarebbero incongruenze e buchi neri. Uno di questi riguarda il lasso di tempo tra le 15 e le 15,45, sul quale la ragazza non ha mai fornito spiegazioni. E che, invece, secondo Misseri è proprio l’orario in cui lui e la figlia erano nel garage comn Sarah. Michele la strangolava e Sabrina la teneva ferma.

Sempre tra le 15 e le 15,45 la 22enne avrebbe inviato un sms a Ivano, il ragazzo conteso dalle due cugine. Il messaggio arriva alle 15,19. E la cella aggancia proprio la zona in cui Sarah è fu seppellita.

Anche il telefono di Misseri aggancia la stessa cella, quando, alle 15,25, il suo cellulare squilla. Una “coincidenza” che, per gli inquirenti, può significare una cosa sola: Sabrina ha aiutato Michele a disfarsi del corpo della cuginetta.

27 ottobre, 2010 - 13.34