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Politica -Il ministro Maroni dà il suo ultimatum al governo Berlusconi

“Tre settimane oppure si voti”

<p>Roberto Maroni</p>

Roberto Maroni

“Tre settimane oppure si va al voto”.

Il ministro dell’Interno Maroni dà il suo ultimatum all’esecutivo Berlusconi.

In una intervista al Corriere della Sera dice che la maggioranza deve darsi “tre settimane di tempo” per vedere se ha la forza “di sostenere l’azione del governo. Se così non è, meglio staccare la spina subito”.

E sono parole che, dopo quelle di Fini ieri sul rispetto del programma, scatenano di nuovo dibattito – e tensioni – nella maggioranza.

“Roberto Maroni ha ragione: al di là del termine di tre settimane o di un più lungo periodo, bisogna verificare se abbiamo una maggioranza forte e in grado di governare o no”, dice il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa. Gli fa eco Maurizio Gasparri, secondo il quale “le parole del ministro dell’Interno fotografano in modo oggettivo la realtà”.

Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, in una intervista al Tg2 chiede che però venga varata “una riforma della legge elettorale perchè non è accettabile che cinque persone scelgano mille parlamentari e che chi prende il 30% nelle urne abbia il 50% dei seggi in Parlamento.

Questo è inaccettabile, altro che parafascismo come dice Alfano”. Casini chiede inoltre a Berlusconi di non usare i temi della bioetica in modo strumentale: “L’elettorato cattolico è sconcertato, perché vede che Berlusconi fa battute di cattivo gusto con disinvoltura e, il giorno prima in Parlamento, parla di una necessità di un’agenda bioetica.

Io dico con chiarezza a Berlusconi: questi valori non devono essere usati strumentalmente”.

Più ottimisti sulle prospettive del governo altri esponenti della maggioranza. Altero Matteoli, per esempio: “Credo che quando Maroni parla di tre settimane per andare al voto sia un pò condizionato dalle dichiarazioni dei finiani di ieri. Io resto ancora del parere che ciò che hanno detto durante il dibattito alla Camera e al Senato meriti di essere preso in considerazione. Poi ci saranno le verifiche: se a quanto detto seguiranno i fatti, nessun problema”.

3 ottobre, 2010 - 16.18