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Berlusconi come Mussolini?

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E’ possibile ed, in ogni caso, ha un qualche valore, un paragone fra Berlusconi e Mussolini?

Più volte vedendo il nostro premier in tv mi sono sorpreso in espressioni del tipo “ma guarda sembra proprio il Puzzone, ha la stessa mimica e si muove allo stesso modo”.

Solo una riflessione estemporanea, quasi emersa inconsapevolmente dal mio inconscio.

Ho terminato di leggere il denso saggio “Salviamo l’Italia” di Paul Ginsborg, storico inglese, insegnante all’Università di Firenze che nel 2009 è diventato cittadino italiano.

Il professore, ad un certo punto del suo scritto, tenta un raffronto tra Mussolini e Berlusconi, sostenendo che i punti in comune sono diversi, dopo aver sottolineato, tuttavia, che vi è una differenza essenziale: per Mussolini l’uomo esiste in quanto si identifica con lo Stato, per Berlusconi la libertà dell”individuo è l’elemento fondamentale del suo credo. Ed ecco alcune somiglianze, riassunte per sommi capi per evidenti ragioni di brevità.

Nessuno dei due ha mai pensato di abbandonare il potere dopo un certo limitato periodo di tempo. Profondo è il loro coinvolgimento nel sistema patrono-cliente e i loro partiti poggiano su quella base.

Entrambi offrono protezione e promozione in cambio di lealtà ed obbedienza.

La vergognosa legge elettorale in vigore ne è una eclatante dimostrazione!

Berlusconi, come Mussolini, è inoltre maestro della comunicazione, costruendo narrazioni sulla propria storia che, incessantemente reiterate, sono diventate senso comune (magistrati politicizzati che l’hanno preso di mira, giornalisti stranieri tutti comunisti, lo Stato che mette le mani in tasca ai cittadini, l’equilibrio tra i poteri un ostacolo ad un governo forte).

Le differenze tra i due si incentrano, secondo Ginsborg e come già messo in evdenza, fondamentalmente sulla questione della libertà.

Il regime di Berlusconi opera in un contesto di ampie libertà, mentre quello di Mussolini era basato su un brutale dominio.

Solo un rifermento personale: mio nonno paterno, ingegnere delle Ferrovie, fu licenziato perché sindacalista. Con quattro figli agli studi fu veramente dura. Tutte le libertà civili e politiche negate dal fascismo, sono concesse da Berlusconi.

Si tratta tuttavia di una libertà illusoria. La libertà delle elezioni è garantita, in realtà però non esistono regole efficaci per far sì che esse si svolgano su un terreno uniforme.

Berlusconi,infatti, ha impiegato ingenti risorse finanziarie e mediatiche per distorcere e pilotare il processo democratico.

Insistente e pressante il controllo dei notiziari televisivi e radiofonici delle emittenti di sua proprietà, ma anche della Rai.
Vi è di più – e forse è qui la ragione più vera del suo successo – Berlusconi ha offerto una risposta apparentemente convincente all’interrogativo circa il ruolo dell’Italia nel mondo moderno.

E’ una risposta, sostiene, Ginsborg, che si basa sulle pratiche e sulla cultura del neoliberismo, dedite all’accumulazione della ricchezza e alla celebrazione di strategie individuali e familiari. Le tante casalinghe che votano per lui si identificano con le famiglie fittizie dei programmi e degli spot televisivi.

Tutti vivono felici e contenti e la realtà del Paese, ben più complessa e preoccupante, resta fuori della porta.

Anche durante il ventennio tutto andava bene, madama la Marchesa, e si è visto come è andata a finire.
La visione berlusconiana – questo è il punto – non regge più dopo il crak finanziario del 2008 e la sua crisi è sotto gli occhi di tutti. Quanto durerà ancora? Veramente difficile fare previsioni.

In conclusione non è azzardato, con le dovute differenze storiche e politiche, un raffronto con la buon’Anima che governò per vent’anni. Mi auguro che non si debba aspettare la fine della legislatura che si trascina in un non fare perfetto.

Carlo Galeotti, grande esperto delle scelte e delle politiche culturali e comunicative del fascismo, potrebbe aprire un dibattito.

Oreste Massolo