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Camorra - Roberto Saviano ripercorre, su Repubblica, la carriera criminale del boss Antonio Iovine

Finalmente è stato arrestato

<p>Antonio Iovine</p>

Antonio Iovine

“Finalmente è stato arrestato”.

Si apre così l’articolo di Roberto Saviano per La Repubblica, dopo l’arresto del boss Antonio Iovine.

L’autore di Gomorra ha ripercorso tutte le tappe della carriera criminale del superlatitante, meglio conosciuto come “‘O Ninno”, per il suo viso da ragazzino, nonostante i 46 anni suonati.

Iovine “era arrivato giovanissimo ai vertici del clan. Perché le organizzazioni criminali – scrive Saviano – hanno un grande vantaggio rispetto all’economia legale italiana: sono meritocratiche. Un merito identificato nella severità d’azione, nella spietatezza, nel saper gestire gli imprenditori, comprare la politica e saper ammazzare”. Tutte doti che a ‘O Ninno non sono mai mancate.

Il suo impero, il boss, lo ha costruito tra Roma e l’Europa dell’Est. Nel settore immobiliare ma, soprattutto, dell’edilizia. “Tutto ciò che è cemento aveva l’interesse di Antonio Iovine e delle sue imprese”, scrive Saviano, che fa notare anche come ‘O Ninno fosse riuscito laddove gli altri, prima di lui, avevano sempre fallito: costruire un solito mercato degli stupefacenti a Casale e dintorni. Perché se “la droga era sempre stato “un tabù per i boss casalesi, che potevano trattarla ma mai direttamente nei loro territori”, Iovine “riesce a creare sacche di tolleranza”, attraverso un infallibile stratagemma: macchine dei vigili urbani per trasportare la droga e i vigili stessi come corrieri.

Un boss inflessibile “sul lavoro”, come in famiglia. Saviano racconta che, alla morte del fratello Carmine, ucciso per ritorsione contro di lui, Iovine allontanò la cognata, Rosaria De Novellis, rimasta vedova. Colpevole non di frequentare altri uomini, dopo l’assassinio del marito (“questo la famiglia può tollerarlo, purché resti tutto in segreto”). Ma di essersi innamorata di uno di questi, di volerlo sposare mantenendo, però, i privilegi che le erano sempre spettati, in quanto “vedova rispettosa”. Iovine le scrisse una lettera lapidaria, “in cui le intimava di non cercarlo mai più e che a giudicarla sarebbero stati i suoi figli maschi”.

In chiusura, Saviano definisce l’arresto di Iovine, come “una vittoria, ma lo sarà davvero se non si lascerà che altri lo sostituiscano”. Perché il sorriso di ‘O Ninno, di ieri, mentre i poliziotti lo portavano via, voleva dire solo una cosa: “in carcere vado a comandare, tutto questo l’avevo già previsto. Vi ho fatto il regalo così vi sentite tutti più efficienti e buoni, tanto fuori restano i miei capitali”. Fuori dove? Al Nord, dice Saviano. “È il Nord il centro degli investimenti mafiosi, casalesi come calabresi e siciliani – scrive l’autore di Gomorra -. Ieri è stato un bel giorno, ma da non far tramontare. A Sud si nascondono in tuguri e case di campagna da cui cercare di scappare dalla finestra, al Nord costruiscono palazzi come nel centro di Milano in via Santa Lucia”.

18 novembre, 2010 - 12.31