“Lascio tutto, nel Pdl c’è solo guerra tra bande”.
Mara Carfagna annuncia le sue dimissioni, precisando però che non farà mancare la sua fiducia al premier.
“Il 15 dicembre – spiega il ministro delle Pari Opportunità - mi dimetto dal partito. Lascio la mia carica e anche quella da parlamentare”. [2]
La conferma delle indiscrezioni circolate in queste ore, è arrivata solo pochi minuti dopo che il premier, da Lisbona, aveva trattato con estrema freddezza il “caso Carfagna”: “È una vicenda che non mi fa tribolare – ha detto Berlusconi –. È una cosa cui non annetto particolari difficoltà. Semmai mi fa stropicciare gli occhi il fatto che i maggiori quotidiani italiani, nel giorno dell’approvazione della finanziaria e di questo storico vertice Nato abbiano titolato a piena pagina sulla Carfagna”.
Mara Carfagna ha comunque annunciato di non passare subito tra le fila dei finiani come sospettavano i “colonnelli” del Pdl, anche se lancia accuse precise nei confronti della “guerra per bande” che sta dilaniando il il partito del premier.
Berlusconi, del resto, non solo non è preoccupato dell’ennesima defezione dal suo esecutivo, ma ieri ha sostenuto che, di fatto, la crisi non c’è: “Ho le idee chiarissime: avremo una buona fiducia da entrambe le Camere per andare avanti. Non di due o tre voti di scarto. E faremo le riforme”, ha spiegato da Lisbona.
Ma, ufficiosamente, il Pdl continua a cercare una mediazione con l’ala finiana. Ieri mattina, in un’intervista concessa al Corriere della Sera, Angiolino Alfano, Guardasigilli e consigliere molto ascoltato da Berlusconi, ha fatto questa apertura: se Fli dovesse rinunciare alla richiesta di dimissioni del premier, si potrebbe aprire un serio tavolo di discussione sulla legge elettorale.