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Casal di Principe -Era uno dei boss della camorra considerati più pericolosi dal Viminale

Preso il boss Antonio Iovine

Antonio Iovine

Antonio Iovine

Preso il boss Antonio Iovine.

A Casal di Principe si è conclusa oggi la lunghissima latitanza di uno dei camorristi più pericolosi in assoluto.

Il blitz della squadra mobile di Napoli ha avuto successo: Iovine, che non era armato, alla fine non ha opposto alcuna resistenza, ma inizialmente aveva tentato un’ultima disperata fuga dal terrazzo.

L’abitazione in cui è stato individuato era di un suo conoscente, e la cattura è stata possibile grazie a pedinamenti e accertamenti su parenti e fedelissimi del latitante.

Gli inquirenti si sono messi subito alla ricerca di eventuali armi e documenti che potrebbero tornare utili per le indagini sulla potente cosca dei casalesi. Iovine è stato poi trasportato a bordo di una Mercedes in Questura a Napoli dove è arrivato alle 16,48. Era sorridente. Il boss è stato fatto salire al secondo piano dai garage, mentre applausi e urla di soddisfazione da parte poliziotti risuonavano nei corridoi. Qualcuno applaudiva anche dalle finestre.

Il boss era soprannominato O’ninno ed era nella lista del Viminale dei 30 latitanti più pericolosi, assieme – tra gli altri – a Matteo Messina Denaro, numero uno di Cosa Nostra, e Michele Zagaria, dei Casalesi.

Quarantasei anni, nativo di San Cipriano d’Aversa (Caserta), Iovine deve scontare la pena dell’ergastolo comminata nei suoi confronti in sede di appello al maxiprocesso Spartacus, nel giugno del 2008.

Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il ‘boss manager’, la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. A lui viene attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini campani.

È Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell’economia pulita e nel business del cemento fino a costruire l’impero di ‘Gomorra’, come testimoniato dai continui sequestri di beni disposti da parte della magistratura.

17 novembre, 2010 - 19.06