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Pubblicata lista dei siti sensibili

<p>La schermata di Wikileaks</p>

La schermata di Wikileaks

Il ciclone Wikileaks torna a colpire.

Il sito di Julian Assange avrebbe pubblicato un nuovo dispaccio, contentente, stavolta, una lista di siti sensibili. Possibili bersagli di attacchi terroristici sparsi in tutto il mondo, che gli Stati Uniti avrebbero tutto l’interesse a proteggere.

La loro perdita, infatti, secondo quanto si legge sui documenti, “influirebbe in modo significativo sulla salute pubblica, la sicurezza economica e/o la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

I possibili “obiettivi di Al Qaeda” venivano sorvegliati dagli Usa senza che i vertici governativi dei Paesi interessati fossero stati messi al corrente. Un’attività di intelligence che, in poche parole, avveniva in gran segreto.

Il tutto è spiegato in una nota del dipartimento di Stato americano, datata febbraio 2009, e nella quale si richiede ai diplomatici americani di registrare le infrastrutture-chiave per l’America, localizzate in tutto il mondo.

L’elenco contiene numerose aziende di diversi Paesi. Tra questi, anche l’Italia, per la quale si fa menzione della sede, a Parma, della Glaxo Smith Kline, nota multinazionale farmaceutica. Citati anche il Digibind (farmaco usato per la cura dei morsi di serpente) e il gasdotto Trans-Med, che trasporta gas dall’Algeria alla Padania. Si parla, poi, dell’Eni, che, secondo un altro documento, “spesso appare dettare la politica energetica del governo italiano”, e usa la propria influenza “per bloccare i piani del’Unione europea sulla liberalizzazione del mercato dell’energia”.

Desterebbe, poi, preoccupazione l’espansione del colosso energetico italiano in Iran. “E’ importante sottolineare a Frattini la nostra forte preoccupazione sull’espansione di ogni attività in Iran, in particolare dell’Eni”, sottolinea la diplomatica Usa, pochi giorni prima della visita di Franco Frattini a Washington.