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Caso Ruby, il premier non andrà in procura

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Ruby

Caso Ruby, il premier non andrà in procura.

Silvio Berlusconi non si presenterà davanti ai pm di Milano che gli hanno recapitato un invito a comparire per il prossimo fine settimana.

L’accusa per il presidente del Consiglio è di concussione e prostituzione minorile. I legali di Berlusconi avrebbbero, infatti, optato per questa soluzione.
Anche se non ci sarebbe, ancora, una versione ufficiale.

Secondo l’ipotesi degli avvocati, in questo modo, si guadagnerebbe il tempo necessario per mettere a punto la strategia processuale. Un fascicolo, che secondo la tesi di Longo e Ghedini, sarebbe dovuto essere trasmesso subito, o comunque entro quindici giorni dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati al tribunale dei ministri, senza nemmeno effettuare alcuna attività di indagine come invece è stato fatto con le perquisizioni di venerdì.

I legali del premier, dunque, continuano a ritenere che la competenza per i fatti oggetto delle contestazioni non sia della Procura di Milano.
Intanto, sui contrasti tra il premier e i magistrati è intervenuto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. “La magistratura applica la legge senza partigianeria. Dal 1992 ad oggi la sua azione viene ancora messa in discussione. E’ importante essere tutti testimoni di legalità e uscire da una logica dello scontro tra politica e magistratura”.