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“Ditemi come è morto mio figlio”

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“Ditemi come è morto mio figlio”.

Lo ha detto Francesco Miotto, padre del caporal maggiore degli Alpini ucciso in Afghanistan il 31 dicembre. “Ieri mi hanno chiamato i suoi comandanti dall’Afghanistan – ha raccontato -, dicendo che era stato colpito a una spalla.

Adesso, invece, si parla di un colpo che l’avrebbe raggiunto al fianco.
I dubbi, come si vede, non li ho avanzati io, ci sono delle versioni che non sono concordanti”.

Miotto, poi, smorza le polemiche. “Non voglio sollevare discussioni – ha detto Francesco Miotto – e posso capire che nei momenti concitati di un fatto come questo ci siano delle versioni discordanti. Ma noi famigliari vogliamo capire cosa è successo”.

Poi, il ricordo della madre. “Matteo mi diceva sempre che sarebbe tornato a casa per la famiglia – ha detto la signora Anna -, ma anche che la sua vita era lì, in Afghanistan. Ce l’aveva nel sangue il mestiere dell’alpino, il desiderio di aiutare gli altri, e io ho sempre appoggiato le sue scelte”.

I genitori di Matteo hanno raggiunto Roma, dove attenderanno l’arrivo dall’Afghanistan della salma del figlio, previsto per domani mattina a Ciampino.
Dalle 16,30 alle 19 di domani, inoltre, al Celio, sarà allestita la camera ardente per il primo caporal maggiore. I funerali, invece,si terranno nella chiesa di Santa Maria degli Angeli lunedì 3 gennaio alle 11.