Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
L'opinione di uno sporco comunista

Evviva il partito du pilu…

di Valerio de Nardo
Valerio De Nardo

Valerio De Nardo

Riceviamo e pubblichiamo – La procura di Milano informa di stare conducendo serenamente le indagini che riguardano Silvio Berlusconi per prostituzione minorile e concussione,saldamente ancorata ai principi costituzionali di eguaglianza dinanzi alla legge, di obbligatorietà della azione penale, di presunzione di non colpevolezza.Chi, come me, ritiene la Costituzione sia la Bibbia dei nostri rapporti civili, politici e sociali, si sente rassicurato se è davvero quello il quadro di riferimento che ispira l’azione delle persone chiamate a rappresentare (“procura”…) il popolo italiano nella accusa a qualunque cittadino sul quale sussistano notizie di reato,poiché nel nostro ordinamento anche chi vince le elezioni non è unto dal Signore.

Ciascuno di noi sa di poter essere indagato dall’autorità giudiziaria, anche per fatti che avvengono nella propria sfera privata, anche in quella più intima se i reati contestati siano di natura sessuale.Il presidente della Repubblica israeliana si è dovuto dimettere ed è stato condannato dai tribunali del suo Paese per fatti del genere.

Ciascuno di noi ha diritto di pretendere che ciascun altro cittadino sia egualmente sottoposto alla legge: nessuno in una democrazia può essere “legibus solutus”.

Ma, fatte queste considerazioni, risulta impressionante rileggere quanto scrisse quasi due anni fa la ex coniuge di Silvio Berlusconi, di cui parlava come di una persona malata, che frequentava minorenni (evocando le “vergini che si offrono al drago”), che le persone a lui più vicine avrebbero dovuto aiutare: i fatti di Ruby, le serate di Arcore oggi sui giornali risalgono all’anno scorso! Errare, perseverare…

E’ anche per questo, stupefacente la tempestività della uscita di “Qualunquemente”, il film di Antonio Albanese atteso in sala per venerdì prossimo. L’idea di Cetto La Qualunque, il politico che spregia ogni regola e ispira la propria simbologia politica al “pilu” (da calabrese potrei discettare lungamente sulla filologia del termine…) offre una suggestione appropriata in maniera impressionante alle ore, ai giorni che stiamo vivendo.

I giorni del referendum di Mirafiori. I giorni della disperazione di chi perde il lavoro, tanto forte da togliersi la vita. Quelli dei detenuti costretti ad una condizioni inumana in carceri sovraffollate, quelle dei rifiuti a Napoli, della ricostruzione mancata dell’Aquila, e via dicendo.

A meno che non si voglia far finta di non vedere, di non sentire, di non capire, non si può che condividere la definizione del nostro regime politico che già diverso tempo fa forniva un intellettuale acuto e graffiante, ma sicuramente non etichettabile come di sinistra qual è Giovanni Sartori: l’Italia di oggi è un Sultanato.

Si scriveva “Partito dell’Amore”, si legge “Partito du pilu”. Facile prevedere un successo travolgente per il film al quale Antonio Albanese ha lavorato per due anni. Gli artisti veri sono quelli che riescono a tradurre le intuizioni in emozioni, in risate magari, ma anche in discorso pubblico. Sono sicuro che Cetto non tradirà le attese dei suoi fan.

P.S.: nelle dichiarazioni di Veronica Lario chi fa politica farebbe bene a rileggersi quanto ella affermava sul dopo Berlusconi.

Valerio De Nardo

19 gennaio, 2011 - 16.51