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Politica - L'ex segretario provinciale propone la creazione di un laboratorio dei moderati

Il progetto del Pd è sfumato

di Angelo Allegrini
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- Credo che dal punto di vista politico l’inizio del 2011, oltre all’incertezza sul fatto se ci saranno o meno elezioni anticipate, ci abbia portato anche qualche nuova consapevolezza.

A distanza di oltre quindici anni dalla fine della seconda Repubblica, lo scenario appare infatti profondamente incerto.

Nella vicenda della tentata sfiducia al governo, la tenuta dell’esecutivo e l’inossidabilità di Berlusconi impongono di interrogarsi sulla validità, l’efficacia e l’utilità reale di questo stesso bipolarismo.

Nella presente fase storica, il Pd ha rappresentato, veramente, forse l’unico progetto valido sul piano della teoria.

Un progetto che però, purtroppo, è sfumato in pratica agli occhi degli italiani per l’azione dei suoi dirigenti, volta pressoché unicamente alla contesa della leadership e al controllo del sistema “non tanto o non solo patrimoniale e finanziario, quanto filosofico-culturale” proveniente dal passato della filiera Ds-Pds-Pci.

Se ciò non bastasse, per quanto riguarda direttamente la nostra terra, anche la recente vicenda congressuale locale del Pd ha rafforzato la difficoltà, se non addirittura l’impossibilità, per una larga parte di democratici di ritrovarsi nella dialettica forzata dell’apparente dualismo tra sconfitti e vincitori.

Sempre localmente, la permanenza neppure scalfita per un attimo dell’amministrazione di centrodestra del capoluogo, così come l’esperienza della giunta Mazzoli alla Provincia, punita dagli elettori nel trascorso 2010, mi pare che costringano a uno sforzo di ristrutturazione di pensiero, almeno in termini di strategia di ricerca del consenso.

È il Paese che ce lo chiede.
Abbiamo bisogno di provvedimenti di risposta a tanti problemi, di riforme e modernizzazioni che ci elevino allo stesso livello di efficienza di altri paesi, compresi alcuni cosiddetti meno civili del nostro. Abbiamo bisogno che la politica torni a essere “come una volta”: una modalità tra le altre di servizio a favore degli altri.

Non è impossibile?
Abbiamo le capacità di farlo. Lo stesso presidente Napolitano ce lo ha ricordato, chiedendoci di cambiare e migliorare la politica nel suo alto messaggio di fine anno.

Serve per far questo una nuova mobilitazione di quanti non si sono ritrovati nell’ultima divisione congressuale del Pd, ma anche di quanti altri possono essere interessati a questo invito.

Ed a tutti perciò ho deciso di lanciare la proposta di partecipare a un costituendo laboratorio dei moderati.

Un progetto che non vuole essere né una nuova corrente di partito e quindi di certo non orientato alle dinamiche interne o alle schermaglie del tipo x contro y, né un movimento che preluda al diventare qualcos’altro ma, piuttosto, un luogo di elaborazione e di ritrovo di una politica moderata capace di disegnare un futuro diverso per l’Italia, partendo dalla nostra terra di Tuscia.

Una proposta moderata che interpreti in maniera efficace il sempre più diffuso bisogno tra i cittadini e che sappia intercettare le aspettative di una maggioranza di italiani stanca delle divisioni di una politica maggiormente attenta ai propri interessi piuttosto che a fare il proprio dovere.

Angelo Allegrini

Chi vuole avere maggiori informazioni sul laboratorio e sulle sue prossime iniziative può contattarmi personalmente, anche scrivendo all’indirizzo email angelo.allegrini@libero.it

11 gennaio, 2011 - 17.06