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Lo ha affermato Berlusconi ribadendo che non ha intenzione di dimettersi

“Mi state spiando”

</p> <p>Silvio Berlusconi</p>

Silvio Berlusconi

“Mi state spiando”.

Lo ha affermato il premier Berlusconi in un collegamento telefonico con un convegno del Pdl a Milano.

Poi ribadisce: “Non mi dimetto”. Le opposizioni tornano a chiedere con forza un suo passo indietro: “Qualsiasi soluzione è meglio di questa, anche le elezioni, perché le vinciamo”, dice il segretario del Pd Pierluigi Bersani.

Dimissioni chiede anche Walter Veltroni, a meno che il premier non “sia in grado di chiarire tutto davanti ai magistrati”. Per Pier Ferdinando Casini “le elezioni non sono una soluzione, ma se dobbiamo avere un governo che si occupa del bunga bunga e non degli italiani, allora sì”.

Governo e Pdl fanno muro. “Siamo certi – sostiene il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini – che questo fango si tradurrà in ulteriore consenso e fiducia per lui”. Mentre il ministro della Giustizia Angelino Alfano parla di “insopportabile ipocrisia di certe vestali della virtù e dei sacerdoti della decenza”.

Ad attaccare Berlusconi invece ci pensa Gianfranco Fini che afferma: “Berlusconi danneggia il buon nome dell’Italia”.

“Nessuno è al di sopra della legge – continua il presidente della Camera -. Quando si è oggetto di indagini complesse, che gettano una luce particolarmente negativa, dire ‘non mi muovo’ o ‘non considero possibile essere sottoposto ai magistrati’ è una richiesta evidente di impunità”.

Poi, la risposta alle accuse sulla giustizia: “Ringrazio Berlusconi – dice sarcasticamente Fini – che mi ha riconosciuto dinanzi agli italiani il merito di una certa riforma della giustizia come il processo breve. Quella norma non poteva essere accettata da una forza politica che rispetti la Costituzione”.

23 gennaio, 2011 - 11.47