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Federalismo, 15 pari alla “bicameralina”

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Federalismo, 15 pari alla “bicameralina”.

Nonostante i tentativi del governo, che ha cercato di scongiurare fino all’ultimo momento questo risultato modificando il testo più volte, il risultato finale è che il parere formulato dal relatore è sostanzialmente respinto.

Il governo, però, fa sapere di non voler arretrare, allontanando le elezioni anticipate. Almeno è questo che Berlusconi avrebbe detto a Bossi nel vertice dopo il voto. E a conferma di questa linea è arrivata in serata la convocazione del consiglio dei ministri chiamato a dare comunque il via libera al decreto di attuazione del federalismo municipale.

Tre, a quanto si apprende, sarebbero le ipotesi al vaglio del Consiglio dei ministri: la prima, quella di ripresentare il decreto nella forma approvata lo scorso 4 agosto; la seconda, varare un nuovo decreto legge con dentro le modifiche apportate dopo il confronto con l’Anci; la terza, un nuovo decreto legislativo, con dentro le modifiche approvate finora, e ricominciare l’iter da zero.

Gianfranco Fini attacca: “E’ una situazione senza precedenti. Chi conosce le regole della Bicamerale sa che in caso di pareggio il provvedimento si intende respinto”.

E il leader del Pd Pierlugi Bersani prova a lanciare un’offerta alla Lega: “Se Berlusconi fa un passo indietro si creano le condizioni politiche tali da permettere al Pd di discutere sul federalismo”. Se invece la Lega e il governo vorranno andare avanti, ha aggiunto, “finiranno nel fosso”.

Posizione analoga a quella che avrebbe esposto questa mattina Fini nel corso di un incontro con Bossi. Al leader della Lega, interessato a capire i margini per l’approvazione del decreto, il presidente della Camera avrebbe spiegato che “con questo governo e con questa maggioranza il federalismo non si farà”.