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I Fratelli musulmani aprono ai giovani

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“I giovani che hanno lanciato la protesta devono essere rappresentati”.

E’ la prima volta che il regime egiziano si appella ai Fratelli, ufficialmente al bando ma relativamente tollerati, per trovare una soluzione alla crisi creata in Egitto dalle proteste contro il presidente Hosni Mubarak e il suo esecutivo.

In un comunicato, i Fratelli musulmani avevano annunciato la decisione di “intavolare un dialogo” con i responsabili al potere “per sapere fino a che punto sono pronti ad accogliere le richieste del popolo”.

“In Egitto prima serve la riforma elettorale, poi una nuova costituzione, poi andare alle urne a settembre”. Così la transizione sarebbe rapida ma non sarebbe il caos, come invece accadrebbe se il presidente Hosni Mubarak andasse via domani, come qualcuno auspica”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Anche Benedetto XVI segue con apprensione la situazione in Egitto e, dopo l’Angelus, ha lanciato un appello. “In questi giorni seguo con attenzione la delicata situazione della cara Nazione egiziana – ha detto -. Chiedo a Dio che quella Terra, benedetta dalla presenza della Santa Famiglia, ritrovi la tranquillità e la pacifica convivenza, nell’impegno condiviso per il bene comune”.

Si registrano lunghe file davanti alle banche in diverse città egiziane nel primo giorno di riapertura dall’inizio della crisi. Secondo quanto riferisce la tv di stato egiziana, le code più lunghe si registrano davanti agli istituti di credito del Cairo.