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Milleproroghe, la Camera vota la fiducia

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La Camera ha votato la fiducia al governo sul maxiemendamento al decreto Milleproroghe. 309 sì e 287 no.

Nel pomeriggio il voto finale sul ddl di conversione, che già domani sarà all’esame del Senato.

Tensioni in aula durante la votazione. Il capogruppo di Iniziativa responsabile Luciano Sardelli ha accusato il presidente della Camera Gianfranco Fini di non essere imparziale e di non riuscire a tutelare nello stesso modo tutti i parlamentari. Sardelli ha chiesto a Fini di intervenire in difesa dei deputati di Ir, vittime secondo lui di “aggressione verbale senza precedenti”.

Il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto ha commentato le polemiche relative alle modifiche al decreto rispetto al testo originale. “Il milleproroghe è diventato un ippopotamo? Vorrei ricordare che l’ippopotamo è stato costruito pezzo a pezzo al Senato e si è ingrassato anche con il contributo dell’opposizione. Gli emendamenti del centrosinistra, infatti, non erano sostitutivi, ma aggiuntivi”.

E arrivano anche i commenti dell’opposizione, sul continuo utilizzo dello strumento della fiducia.

“40 voti di fiducia in 33 mesi sono il sintomo di un mal governo, ma 3 fiducie consecutive nell’arco di una settimana per un unico provvedimento sono un record che difficilmente potrà essere eguagliato”. Queste le parole di Pierpaolo Baretta, capogruppo Pd nella commissione Bilancio.

Presente in aula anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Queste alcune delle novità introdotte dal decreto: foglio rosa per i motorini, biglietti del cinema più cari, fondi al 5 per mille, slittamento delle multe per le quote latte, e l’ultima delle modifiche, arrivata in nottata, sul divieto di incrocio stampa – tv.

La norma infatti anticipa il termine del divieto al 31 marzo 2011, originariamente fissato per il 31 dicembre 2012. Si preannunciano già polemiche proprio su questa parte del milleproroghe, che consentirebbe quindi, dal 1 aprile, ai proprietari di tv di tentare la scalata ai quotidiani. Per l’opposizione si tratta di un chiaro tentativo di facilitare l’acquisizione del Corriere della sera da parte di Mediaset.