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Cronaca -Ma dietro i profili del social network potrebbero esserci solo dei mitomani

Yara, indizi discordanti su Facebook

<p>Yara Gambirasio</p>

Yara Gambirasio

Yara, indizi discordanti su Facebook.

Non sono solo i gruppi offensivi nati nelle ore successive al ritrovamento del cadavere ad impensierire gli investigatori, ma anche i messaggi e i post di utenti che affermano di conoscere la piccola tredicenne e che fanno spesso assurde ipotesi sul delitto.

Resta infatti da capire se dietro i profili del social network si celano solo dei mitomani o se ci sia davvero qualcuno che sa e che ha visto qualcosa di utile alle indagini.

Ad alimentare questo dubbio, è stata una ragazza registrata su Facebook con il nome Marta Casile. Lei in uno dei gruppi dedicati a Yara, avrebbe detto di essere una sua cara amica ed ha insinuato di sapere chi fosse l’assassino perché Brembate è un paesino piccolo e “ci conosciamo tutti e tutti conoscono noi”.

Parole che hanno subito attirato l’attenzione dei magistrati che hanno chiesto ai gestori del social network di fornire i contatti di Marta per interrogarla. In Procura la ragazza ha spiegato la sua posizione, quella di una adolescente spaventata da quanto accaduto e che teme di poter fare la stessa fine.

Come lei, però, sono tanti altri gli utenti di Facebook di cui gli inquirenti avrebbero acquisito i dati e che molto probabilmente verranno ascoltati nelle prossime ore.

Persone che hanno lasciato commenti e messaggi alludendo a un’amicizia con Yara o a conoscenze nel paese di Brembate che riconducano all’assassino. Anche in questo caso si tratterà di capire se nei loro post si cela qualche verità o se sono solo alcune delle tante fantasie che compaiono spesso sul social network.

3 marzo, 2011 - 18.05