Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
29enne scomparsa e uccisa - La nuova pista seguita dagli inquirenti

Carmela uccisa perché “sapeva troppo”

<p>Carmela Rea</p>

Carmela Rea

Carmela Rea uccisa perché sapeva troppo.

L’assassino di Melania non aveva scelta. La donna era venuta a sapere “qualcosa”. E lui non ha avuto altra scelta che massacrarla a coltellate nel bosco di Ripe di Civitella del Tronto, mettendo a tacere per sempre Carmela e il suo “segreto”.

Sarebbe questa la nuova pista battuta dalla procura di Ascoli, che indaga sul delitto della 29enne di Folignano, scomparsa dieci giorni fa e trovata morta il 21 aprile scorso.

Un omicidio ancora avvolto nel mistero, anche se i sopralluoghi dei carabinieri degli ultimi giorni hanno fatto emergere nuovi particolari.

Il primo riguarda le due ricevute fiscali trovate sul luogo del delitto, che potrebbero appartenere al killer. Se così fosse, proverebbero che l’assassino si è recato più volte nel bosco di Ripe di Civitella, perché gli scontrini sono di due date diverse: uno del 18 e uno dei 19 aprile.

Il cerchio dei sospetti, per ora, sembra stringersi sul marito di Carmela, il caporal maggiore Salvatore Parolisi, 30enne di Frattamaggiore. Sentito dai carabinieri, avrebbe detto che il giorno della scomparsa di Carmela, tutto era normale. Marito e moglie erano andati a fare una scampagnata a Colle San Marco. “Non c’erano problemi tra noi”, ha assicurato Parolisi. Eppure, pochi minuti dopo la scomparsa di Carmela, alle prime persone cui l’uomo chiese aiuto, disse che “stava cercando la moglie” e che “aveva appena avuto una discussione con lei”.

Per ora, comunque, Parolisi non ha nominato un legale e si dice disponibile a fornire in qualunque momento il suo dna.

Si è rivolto, invece, a un avvocato, il suo amico Raffaele Paciolli, la guardia penitenziaria che, per tutti questi giorni, è rimasta accanto a Parolisi.

29 aprile, 2011 - 13.40