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E’ morto Sidney Lumet

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E’ morto Sidney Lumet.

Meglio di autori più “artisti” di lui, Lumet spiegava lo spirito e la tecnica del cinema americano migliore, i trucchi e il lavoro sporco, con una precisione e un’umiltà che sono anche la cifra del suo cinema.

Nato a Philadelphia nel 1924 da in una famiglia ebrea (elemento che tornerà in molti suoi film, da L’uomo del banco dei pegni a Un’estranea tra noi), ma cresciuto a Brooklyn, Lumet fin da ragazzino si era mosso nel mondo dello spettacolo, e aveva lavorato negli anni 50 in un momento straordinario della Tv americana, quando il mezzo lasciava più libertà del cinema a sperimentazioni artistiche e temi difficili.

Insieme a lui, muoveva i primi passi gente come Robert Altman, John Frankenheimer, Arthur Penn, o come lo sceneggiatore Paddy Chayefsky.

Quest’ultimo, vent’anni dopo, avrebbe riversato insieme a Lumet l’amarezza per quel che era diventato il mezzo televisivo, nel fantapolitico Quinto potere, su un demagogo televisivo (interpretato da Peter Finch che vinse un Oscar postumo).

E anche il debutto al cinema di Lumet era l’adattamento di un teleplay: La parola ai giurati (1957), tutto girato nella stanza in cui una corte deve deliberare, e dominato da un Henry Fonda austero e intenso.