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Privati di… Trasversale

<p>Renzo Trappolini</p>

Renzo Trappolini

– Monsieur de Lapalisse è rimasto famoso per l’ovvietà delle cose che diceva, tanto che alla sua dipartita terrena gli dedicarono questo refrain “se non fosse morto sarebbe ancora vivo”.E all’ovvietà non sfugge nessuno, neanche un sindaco d’esperienza come Giulio Marini che, a proposito della apertura di sette nuovi chilometri di trasversale, ha detto: “la strada è quella giusta”.

Peccato che parlasse a fronte della “non ovvietà” del ministro Matteoli, per il quale lo Stato non ha soldi da spendere sui rimanenti ventidue chilometri. E che soldi! 815 milioni di euro al calcolo del 5 dicembre 2008 (cabina di regia per l’aeroporto), due anni dopo che il predecessore di Matteoli, Di Pietro, in un documento del 6 novembre 2006, aveva scritto 360 milioni. Oggi, chissà.

Si dice che dovranno, perciò, pensarci i privati, come se, con l’aria che tira, dietro l’angolo ci fosse già la fila. Il presidente della provincia, Marcello Meroi, si è detto, nell’occasione, “felice ed ottimista” ed anche nel centrosinistra ha fatto un pensierino sui privati qualcuno che conta (seppure il silenzio sia d’oro per Fioroni, l’ affermato leader della lobby cattolica che è anche finanziaria e per il suo collega Sposetti, marxista doc e così potente e corteggiato dai capitalisti nazionali).

Tutti avranno fatto i loro conti, ma a spanne si tratterebbe di trovare più che investitori, benefattori. Infatti, ammesso che ce ne siano e considerato che, come accade, non destinerebbero tutti interi e cash gli 815 milioni, si rivolgerebbero al mercato dei capitali, almeno in parte.

Supponiamo per cinquecento milioni. Come? Con una operazione di finanza complessa? I dubbi non sarebbero pochi e allora con le banche: un bel finanziamento a lungo termine, diciamo a vent’anni, magari a tasso fisso, parametro e spread (ammettiamo) un po’ meglio di quelli in uso.

Quel privato costruttore dei ventidue chilometri di trasversale mancanti dovrebbe, dunque, rinunciare a sempre possibili migliori investimenti alternativi per i 300 milioni cash e rimborsare complessivamente una cifra che col pallottoliere si potrebbe definire intorno al miliardo e due/trecento milioni.

Chi glieli dà? Sempre che non si tratti di benefattore, gli sarà consentito di esigere un pedaggio. Per quanto? Certamente meno delle tariffe delle autostrade le quali, tra l’altro, hanno almeno le corsie di emergenza. Quindi, si potrebbe ipotizzare – e sperare – in un balzello minore di un euro dal quale escludere il traffico locale, i pendolari, le categorie protette ecc. e con cui sostenere anche le spese di gestione per arrivare, col tempo, all’utile.

In pratica, tanti balzelli e, quindi, tante macchine in strada ogni giorno: forse un numero impossibile.

Meno male che il ministro Matteoli avrebbe fatto riferimento al Cipe, come per l’aeroporto.

Questa sì che, visti i precedenti, è la “strada giusta”, ma per sperare e parlare. Infatti per il “fare” resta di mezzo il mare che è a Civitavecchia e, per arrivarci, bisogna rassegnarsi a dare la precedenza prima dell’arco di Monteromano e, dopo, fare attenzione all’autovelox.

Renzo Trappolini